Vittorio Feltri: "I veri razzisti sono i sacerdoti dell'accoglienza"
Da un po' di tempo a questa parte, vari italiani sono accusati da taluni connazionali fighetti di essere diventati razzisti. Indubbiamente la xenofobia è più diffusa oggi rispetto a una decina di anni orsono. Ma non è ancora un fenomeno di massa anche se, a breve, lo sarà per ovvi motivi che analizzeremo. Per sostenere che il popolo non sopporta gli stranieri, neri, musulmani eccetera, i censori progressisti (in gran parte) citano gravi episodi di intolleranza riportati dalle cronache. In effetti spesso si registrano sui quotidiani, sui media in generale, aggressioni e insulti, vittime poveracci e disperati giunti qui nell' illusione di essere accolti da festeggiamenti. Tuttavia il numero di simili incresciosi fatti è oggettivamente esiguo in rapporto al numero degli abitanti dello Stivale. Che sono circa 60 milioni. Due o tre casi di scaramucce o peggio tra indigeni e forestieri non dimostrano che siamo razzisti. Anzi, dobbiamo essere considerati pazienti e generosi, visto il modo cialtrone e disordinato con cui le nostre istituzioni di manica larga praticano la cosiddetta accoglienza. Le quali predicano bene e razzolano male: aprono le porte a cani e porci, senza distinguere tra rifugiati e cercatori di fortuna clandestini (la maggioranza), poi li affidano a cooperative dedite alla speculazione, poiché incassano cinquanta e spendono dieci per mantenerli, o li abbandonano al loro destino di vagabondi inclini a delinquere in mancanza di alternative per campare. Mi pare che su questo ci sia poco da discutere. Milano ed altre città di ogni regione sono invase da profughi che, non sapendo dove andare, finiscono inevitabilmente nei quartieri più miseri, mescolandosi agli indigeni, che ne sono infastiditi. Si creano contrasti, scoppiano liti, dilagano antipatie. Ciò nonostante la convivenza non ne risente: lo dimostrano le statistiche da cui si evince che gli scontri tra etnie sono rari e non producono tragedie. Secondo una ricerca pubblicata dal Pew research, gli italiani sono i più razzisti in Europa. L' 86 per cento di essi sarebbe prevenuto verso i rom, mentre il 61 sarebbe sfavorevole agli islamici. E tralasciamo i dati sulla diffidenza nostrana a riguardo degli immigrati. Tutte sciocchezze. Non solo da queste parti non si è mai organizzata una operazione violenta nei confronti degli zingari o degli extracomunitari, ma non sono mai state chiuse le frontiere per evitare che arrivassero forestieri. Leggi anche: Il sondaggio: più della metà degli italiani è razzista Di più: siamo andati nel Mediterraneo a raccattare africani in procinto di annegare, mobilitando navi di ogni tipo per salvarli, mentre quasi tutti i civilissimi Paesi dell' Ue hanno eretto barricate onde evitare intrusioni sgradite di estranei. Altri studi internazionali, viceversa, sostengono che gli italiani non sono affatto islamofobi né ostili ad altri popoli di qualsiasi religione e cultura. Cosa significa? Le ricerche in questo campo sono strampalate, esattamente come le inchieste punto documentate svolte dai nostri media inclini a dipingerci come persecutori della gente "diversa". Insomma, i cosiddetti esperti o intellettuali parlano e scrivono a capocchia. Pur di flagellarci si sono inventati il razzismo percepito. Percepito da chi? Che ci sia in giro qualche razzista, su 60 milioni di individui mansueti e pazienti, è scontato, ma da qui a dire che i nostri compatrioti abbiano voglia di istituire la fotocopia del Ku Klux Klan ce ne corre. Ormai si viaggia sul percepito anziché sulla realtà oggettiva, per cui io percepisco che siamo contornati da un branco di idioti ignari delle autentiche problematiche della società. Esemplifico. La penisola è piena zeppa di persone insofferenti agli stranieri, che aumentano sistematicamente a dismisura e complicano la esistenza dei residenti. I quali già non nuotano nell' oro, e se oltretutto si trovano a combattere con i nigeriani per ottenere una casa popolare o le cure al pronto soccorso ospedaliero, ovvio che perdano la testa e si incazzino a morte. Essi pagano le tasse (forse) allo Stato e questo anziché fornire loro servizi idonei, va incontro alle esigenze dei neri. Se guerra è, lo è tra ultimi. E ciò non può che creare rabbia e conflitti, per ora non particolarmente cruenti, ma destinati ad inasprirsi qualora non si intervenga subito onde disciplinare l' immigrazione. Cresce la quantità di ingressi scoordinati? Fatale che cresca il rischio di una esplosione di razzismo, non percepito alla carlona, bensì effettivo e magari sanguinoso. Arriveremo presto a picchiarci nelle piazze e per strada. Chi non se ne rende conto, e mi riferisco alla autorità istituzionale e politica, è incosciente o cretino o entrambe le cose. I veri razzisti non sono gli uomini e le donne del nostro Paese allo sbando, ma i fessi dei giornali che li spacciano per tali insensibili ai loro drammi, e i governanti che ispirano la prosa dei redattori per giustificare la propria incapacità a opporsi alla Ue, che pretende da noi quanto essa non sa fare ovvero fermare la calata dei barbari. A forza di stare in ginocchio dinanzi alla oligarchia di Bruxelles, l' Italia si trasformerà in un vivaio di xenofobi pronto a battagliare. È solo questione di un pugno di mesi. Sapremo chi ringraziare. Intanto godiamoci le prediche della sinistra scema e dei preti opportunisti, che nonostante ogni dì vengano ammazzati nel mondo migliaia di cristiani, si preoccupano di ospitare musulmani e compagnia pessima. Peccato che l' inferno sia una invenzione dei prelati, altrimenti meriterebbero di andarci in gruppo. di Vittorio Feltri