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Silvio Berlusconi, l'ultimo rinvio a giudizio per il caso Ruby: perché rischia tutto

Andrea Tempestini
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Lunedì 7 maggio è fissata l'udienza del processo contro di lui e 23 olgettine. Due giorni dopo, mercoledì 9, si apre un nuovo e analogo procedimento, sempre contro di lui e altre 4 olgettine che avrebbero ricevuto soldi fino a ottobre 2016. Entrambi i dibattimenti portano il nome di Ruby (ter), ovvero della signora marocchina spacciata senza successo per la nipotina dell'ex presidente dell'Egitto, Hosni Mubarak. E hanno come imputato Silvio Berlusconi, già assolto dall'accusa di prostituzione minorile e di concussione per gli incontri con la stessa Ruby rubacuori (alias Karima El Mahrough), durante le famigerate cene a Villa San Martino, quando lei aveva 17 anni. Corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, sono invece le accuse di cui deve ora rispondere il leader di Forza Italia. Avrebbe tirato fuori di tasca propria dieci milioni di euro (di cui sette versati a Ruby), in cambio del silenzio sulle serate di Arcore. Leggi anche: Olgettine? Il Cav zittisce Severgini in diretta: "Si vergogni" Decima sezione penale di Milano e quarta sezione penale, ancora di Milano. Il nuovo rinvio a giudizio, davanti a questa seconda Corte, arriva (ieri) su decisione del giudice Maria Vicidomini. Lo stesso magistrato che a ottobre 2011 aveva assolto l'ex premier dalle imputazioni di frode fiscale e appropriazione indebita nel processo Mediatrade. Ieri mattina, il gup Vicidomini, non ha invece esitato ad accogliere la richiesta della pubblica accusa (Tiziana Siciliano e Luca Gaglio) di trascinare l'ex premier in un nuovo processo. «Signor giudice», hanno detto i pm nell'aula a porte chiuse come da rito, «in nessun altro caso noi magistrati avremmo accettato a cuor leggero che un imputato pagasse i testimoni, oltretutto con così tanti soldi. Non possiamo accettarlo nemmeno in questo caso». VERSAMENTI RECENTI Silvio Berlusconi (in questo nuovo caso) avrebbe «comprato con 400 mila euro complessivi le testimonianze delle olgettine Elisa Toti, Aris Espinosa, Miriam Loddo e Giovanna Rigato. In questa tranche, dopo un rimpallo di atti passati anche per Monza, Treviso e Pescara, sarebbero dunque finiti i versamenti più recenti, fino all'autunno di due anni fa. Altri analoghi procedimenti sono aperti a Siena, Roma, Torino. Non si esclude che, per ragioni di economia processuale, questo ulteriore processo milanese venga riunificato con quello già in corso davanti ai giudici della decima sezione penale e nel quale è imputata per corruzione la stessa Ruby. Stando ai pm Siciliano e Gaglio, l'ipotesi che Silvio Berlusconi abbia corrotto i testimoni «con tanti, tanti soldi», come sostengono le toghe nelle sentenze dei casi Ruby e Ruby bis (esse avevano inviato gli atti alla Procura di Milano perché indagasse su questo aspetto), è confermata dai telefoni delle ragazze e, in generale, «dall'immenso materiale probatorio raccolto durante l'inchiesta, a cominciare dai versamenti elargiti da Silvio Berlusconi». A sostegno «logico di questa tesi», dicono oggi i pm Siciliano e Gaglio, «resta il fatto che i testimoni abbiano difeso in blocco l'imputato Berlusconi una volta chiamati in aula». Non solo denaro ma anche case e «doni di elevato valore economico» sarebbero arrivati dall'ex Cavaliere attraverso il fido ragioniere Giuseppe Spinelli: «Spinaus» nelle intercettazioni. ALTA LA POSTA IN PALIO «Una generosità commisurata al valore della posta in palio, ossia ai danni politici e d'immagine che avrebbe potuto subire», dice l'avvocato dello Stato per conto di Palazzo Chigi, Gabriella Vanadia «dato che all'epoca dei fatti Silvio Berlusconi era Presidente del consiglio». A processo dunque, un'altra volta e (va detto) per un processo (quello sulla prostituzione minorile e la concussione) che di fatto non avrebbe dovuto esserci. Se Silvio Berlusconi ha davvero corrotto gli ospiti testimoni delle cene a casa propria, presto si saprà. I due procedimenti aperti a Milano, già nell'udienza del 7 maggio (a rischio rinvio), potrebbero essere riuniti e celebrati insieme il lunedì, fino a luglio. Anche se non finisce qui, perché altri filoni del Ruby ter (quello della prima ora e che a Milano coinvolge Berlusconi e 23 olgettine) sono stati disseminati e avviati in altre Procure e Tribunali italiani, «per competenza territoriale». Vedi: Monza, Treviso, Pescara, Torino. «Crediamo che il processo sia la sede naturale per dimostrare, nel merito, l'inconsistenza delle accuse e l'estraneità del presidente Berlusconi» commenta fiduciosa la difesa, nonostante ieri abbia incassato il «no» del gup alla richiesta di rispedire gli atti a Monza e Treviso. di Cristiana Lodi

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