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Ponte Morandi, dal 1993 solo manutenzioni ordinarie, Autostrade era a conoscenza del rischio

Caterina Spinelli
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Dal 1993, anno in cui i tiranti della pila 11 sono stati rinforzati, il ponte Morandi ha ricevuto solo manutenzioni ordinarie. Insomma, solo dei piccoli rattoppi qua e là. "Dopo l'intervento di manutenzione straordinaria sulla pila 11 - precisa il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi - non è stato fatto nulla di importante sulla parte strutturale delle altre due pile, la 10 e la 9, proprio quella crollata". È questa la realtà emersa dai documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza di Genova. Intanto le responsabilità aumentano. Questa volta tocca a Antonino Galatà, amministratore delegato di Spea Engineering, società appartenente al gruppo Atlantia, alla quale sono appaltati il monitoraggio e la progettazione per conto di Autostrade. Contestata dai pm Massimo Terrile e Walter Cotugno la violazione della legge 231, sulla responsabilità amministrativa delle società e, in particolare, il mancato rispetto delle normative sulla sicurezza dei lavoratori.  Leggi anche: Atlantia pretende l'incarico di ricostruzione del Ponte Morandi ed è pronta a fare ricorso Sarà la magistratura a decretare chi sarà incaricato di ristrutturare il viadotto. Se da una parte Atlantia pretende il ruolo, dall'altra i giudici hanno un'altra possibilità offerta dalla legge 231. L'articolo 9 infatti prevede che "la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito". Ma non solo, l'articolo 15 elenca le "misure interdittive cautelari" e precisa che "il giudice può nominare un commissario giudiziale". Per procedere debbono esservi "fondati e specifici elementi che fanno ritenere concreto il pericolo che vengano commessi illeciti della stessa indole". È Raffaele Guariniello, ex procuratore aggiunto di Torino, ad ammettere la possibilità di applicazione della legge, ma "solo se esistono i presupposti". Leggi anche: Benetton finalmente si pronuncia sulla strage del ponte Morandi Da questo quadro emerge anche il nome di colui che ha scritto la mail a Galatà, si tratta di Paolo Berti, direttore centrale Operazioni, sempre di Autostrade. Una copia della comunicazione è stata mandata a Michele Donferri, direttore delle Manutenzioni, anch'egli di Aspi. È proprio nella mail che, per la prima volta, appare la parola "rischio", correlata alle condizioni di stabilità del viadotto Polcevera. Eppure Galatà, interrogato dal pm Terrile, avrebbe detto di non essere stato a conoscenza di particolari criticità. 

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