Milano, immigrato rapina e stupra 16enne: minacciata col coltello, poi abusata
Alto circa un metro e ottanta, 30 o forse 40 anni, accento straniero. L'identikit del molestatore è stringato ma è tutto ciò che la vittima è riuscita a fornire ai carabinieri raccontandogli la violenza subita in un sottopassaggio ferroviario di Saronno. Ha 16 anni, domenica pomeriggio è scesa alla stazione e stava rientrando a casa dopo una giornata trascorsa con un gruppo di amici quando è stata sorpresa alle spalle dallo sconosciuto. «Seguimi, non urlare, ho un coltello in tasca», le ha sussurrato all'orecchio mentre le cingeva il collo. Ai militari ha detto che quelle parole l'hanno paralizzata, la voce le è sparita dalla paura e ha eseguito gli ordini come un'automa. Lo ha seguito in un punto del sottopasso meno esposto e qui, avendo ormai capito le intenzioni dello straniero, lo ha implorato di lasciarla stare, di prendere tutto quello che aveva ma di non toccarla. Le lacrime non sono bastate, l'uomo ha abusato di lei e subito dopo le ha promesso di ritrovarla se avesse parlato con qualcuno di quanto era accaduto. A quel punto è scappato via, lasciandola come un fagotto vuoto a terra. Inerme. Ha impiegato qualche minuto prima di trovare la forza di rimettersi in piedi. Col volto sconvolto, singhiozzando al limite dell'apnea, è stata notata da diversi passanti che le hanno offerto il loro aiuto. Nessuno si aspettava una storia del genere. I paramedici l'hanno accompagnata in ospedale per una visita specialistica, i carabinieri di Saronno hanno ascoltato il suo racconto mettendo assieme i pezzi ancora confusi. Leggi anche: Milano, lo stupro del tassista abusivo La Scientifica ha raccolto elementi nel sottopasso e anche le immagini delle telecamere sono già al vaglio. L'indagine è affidata al sostituto procuratore di Busto Arsizio Chiara Monzio Compagnoni che non si sbilancia, così come i carabinieri preferisce mantenere il riserbo e conservare un piccolo vantaggio informativo sull'aggressore, che già nelle prossime ore potrebbe essere identificato. Anche il sindaco Alessandro Fagioli ha dichiarato di essere in attesa di novità: «Non so davvero nulla, ho telefonato ai carabinieri ma, a mio avviso giustamente, non è stato detto nulla neppure a me per evitare ogni rischio di compromettere le indagini». La sicurezza con cui ha agito lascia ipotizzare che abbia colpito altre volte e non è escluso che sia avvenuto proprio nella zona. La dinamica ricorda quella di Julio Cesar Zoluaga Aguirre, un colombiano residente a Montebelluna (Treviso) che nel 2011 venne arrestato per la violenza sessuale di una studentessa nei pressi del sottopasso che porta alla stazione ferroviaria della città. Esattamente un anno fa è uscito dal carcere (ha scontato tutta la pena), da quel momento non si è più saputo nulla di lui. L'ipotesi è che abbia dato seguito al proposito di lasciare l'Italia per arruolarsi nella Legione straniera. di Salvatore Garzillo