Il voto

Referendum, i piemontesi del Verbano votano per essere lombardi

Gino Coala

«Se non passa ora, questo referendum non passerà più. In questo momento, infatti, ci sono parecchi elementi convergenti che giocano a nostro favore. A partire dal messaggio dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che più volte ha dichiarato che se dovessimo vincere saremmo i benvenuti nella regione e trattati con le stesse prerogative di Sondrio. Leggi anche: Referendum Atac, la finta Raggi in giro per Roma / Video In più ho avuto rassicurazioni dal ministro degli Affari Regionali, Erika Stefani, che il governo farà una legge ad hoc». A parlare a pochi giorni dal voto è Luigi Spadone, vicepresidente del comitato "Vco per la Lombardia" e consigliere provinciale leghista del Verbano-Cusio-Ossola. Domenica 21 ottobre, infatti, per la prima volta in Italia, i cittadini saranno chiamati ad esprimersi sul "divorzio" di una provincia da una regione e la successiva "unione" con un' altra. PREVISIONI DIFFICILI Fare previsioni sul voto è particolarmente complicato, ma Spadone riesce a tracciare lo stato d' animo degli elettori. «Quello che posso dire è che tutti prendono i nostri volantini. In pochissimi li rifiutano. Questo è un buon segno, per lo meno mostrano interesse: certo dire che da questo speriamo in un esito positivo ce ne passa». Tre i territori della provincia chiamati alle urne e altrettante sembrano le intenzioni di voto. «La partita ce la giocheremo nel territorio di Cusio, il più ostico» precisa Spadone, «prevediamo che la metà del Verbano si schieri dalla nostra parte, mentre l' Ossola pensiano sia già a favore del divorzio dalla Regione Piemonte». Il comitato promotore ha anche individuato il target degli elettori tipo a favore del referendum: «La classe produttiva è positiva, gli anziani sono spaccati a metà» afferma l' esponente della Lega, «quello che mi preoccupa sono i giovani che sono indifferenti alla consultazione elettorale». Il voto di domenica prevede una maggioranza qualificata, ossia dei 143mila cittadini chiamati al voto, dovranno recarsi alle urne il 50% più uno. In più, dovranno barrare il Sì il 50% più uno degli aventi diritto. Non sarà facile raggiungere lo storico risultato soprattutto visto che il comitato «Vco per la Lombardia» presieduto dall' ex senatore di Forza Italia (ora passato nelle file della Lega), Valter Zanetta, parte con handicap importanti. «Innanzitutto una campagna elettorale particolarmente breve. Avevamo previsto di votare nei primi mesi del 2019, ma il decreto presidenziale arrivato prima del previsto ci ha un po' spiazzato. Inoltre c' è il problema dei residenti all' estero che dai nostri calcoli sono 20/25mila» aggiunge Spadone, «al contrario di altre consultazioni, in questo caso non potranno votare per posta ma dovranno recarsi direttamente alle urne. E chi sta in Svizzera può decidere di partecipare, ma chi vive dall' altra parte del mondo...». APPOGGIO A SINISTRA A colpire in questi mesi di campagna elettorale è stato sia l' appoggio di diversi sindaci del centrosinistra al comitato sia l' assordante silenzio della Lega a livello nazionale che ha preferito restare alla finestra. Per quale motivo? Probabilmente in vista delle prossime elezioni regionali il fatto di schierarsi avrebbe creato complicazioni e confusione tra gli stessi elettori. Che farete da lunedì se non passa il referendum? «La legge prevede che nei prossimi 5 anni non si possa rifare un referendum analogo» conclude Spadone, «detto questo se i votanti saranno tanti faremmo pressione sulla politica per far sì che questo patrimonio non venga disperso». di Benedetta Vitetta