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Gabriel, ucciso a 2 anni dai genitori. La verità agghiacciante: "Strangolato perché volevano fare sesso"

Giulio Bucchi
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Prima il goffo tentativo di depistaggio, la menzogna escogitata dalla mamma assassina che ha tentato di farla franca vaneggiando di un presunto pirata della strada di cui non c' era la minima traccia. Ora l' agghiacciante retroscena che emerge dagli atti d' indagine sull' omicidio del piccolo Gabriel Antonio Feroleto, ucciso il 17 aprile a Piedimonte San Germano, piccolo centro del Frusinate. Gabriel è stato strangolato perché disturbava. Con il suo pianto dava fastidio ai genitori che si erano appartati in campagna e volevano fare sesso senza scocciatori. Il bimbo voleva tornare a casa, forse aveva freddo, magari semplicemente aveva fame o male al pancino, strillava come solo a quell' età i cuccioli sanno fare quando non si sentono bene e vogliono attirare l' attenzione della mamma o del papà. Gabriel, che qui accanto vediamo con gli occhi che ridono di gioia e il sorriso aperto che stringe il cuore, sembrava un angioletto, a detta di tutti i parenti, ma può capitare che anche il più pacifico dei bambini, a un certo punto, scoppi in lacrime, faccia un po' i capricci, e pretenda una carezza dalla mamma. Donatella Di Bona, però, madre 28enne di questo pargolo, concepito con Nicola Feroleto, vent' anni più grande di lei e già padre di un figlio adolescente avuto dalla compagna ufficiale, Anna Vacca, quel pomeriggio non pensava proprio ad essere una mamma affettuosa per la sua creatura. La fine sujl prato - Donatella, ora in carcere a Rebibbia, voleva lasciarsi andare al piacere con il suo amante, non pensare alle proprie responsabilità di genitrice, probabilmente era anche seccata per il fatto di doversi portare appresso il minore che avrebbe volentieri mollato alla nonna o a qualche conoscente. Gabriel era diventato per lei come un pacco postale, un ingombrante esserino gradito solo se dormiva e invece quel giorno, che disdetta, il biondino rompiscatole non smetteva di lagnarsi e rischiava di mandare all' aria i piani d' amore dei due focosi genitori. Il piccolo è stato strangolato dalla madre sul prato mentre il padre guardava senza fare nulla. Per questo Feroleto è accusato di concorso in omicidio. Per questo il suo coinvolgimento nel delitto è stato chiaro solo in un secondo momento, perché Donatella ha pure provato a coprirlo e parlando con sua madre, con la quale abitava in una casa fatiscente del paesino ciociaro, ha confessato: «Abbiamo fatto un guaio. Io e Nicola abbiamo ammazzato Gabriel, lo abbiamo soffocato. Non dire che ci stava pure Nicola. Non dire che lo ha ucciso pure lui. Perché è capace di ucciderci o di appaiarci». E sono proprio gli atti dell' indagine, condotta dai carabinieri di Cassino e di Frosinone su mandato della procura, oltre ad alcune intercettazioni ambientali, a spiegare l' assurdo movente di questo infanticidio che lascia senza parole, disarmati di fronte alla crudeltà e al poco cervello di una giovane madre e di un padre non più ragazzino. Donatella e Nicola si sono visti poco dopo le 14 in una stradina isolata del paese e hanno consumato il primo rapporto sessuale a bordo della Panda di lui. Più tardi avrebbero voluto fare il bis, ma Gabriel piangeva e a causa del disturbo molesto provocato dal figlio, sangue del loro sangue, sono stati costretti a interrompere. Nicola, indispettito, ha perfino dato due schiaffi al bimbo. Stavano tornando a casa, quando Donatella ha afferrato suo figlio per il collo e ha stretto più che poteva. Con una mano premeva sul collo, con l' altra gli tappava la bocca. Il bimbo, 2 anni e 4 mesi, si è difeso, ha provato con le braccine e le gambette a fermare la furia della madre-omicida, ma più l' angioletto biondo si opponeva, più la donna s' incattiviva fino a diventare carnefice. "Violento" - Gabriel non ha avuto scampo e se solo suo padre si fosse voltato e avesse fermato la mano assassina dell' amante, a quest' ora il piccolo sarebbe ancora vivo. Ma Nicola Feroleto non si è comportato da papà. Anzi, l' uomo pretendeva che la compagna Anna gli fornisse un alibi per quel pomeriggio ma lei si è opposta. Su Leggo Emilio Orlando ha riportato alcune testimonianze dei vicini di casa. Parlano di una realtà sociale ed umana fortemente degradada, fatta di rapporti promiscui quasi bestiali. «Gli piaceva andare dietro alle donne. Nicola è stato sempre un tipo violento e cattivo», raccontano alcuni parenti di Anna Vacca. «Non esitava a menare le donne con cui si accompagnava quando queste non gli si concedevano». Stavolta, oltre alle donne, ha contribuito ad ammazzare suo figlio. di Brunella Bolloli

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