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Giulio Regeni, tragica svolta: "Abbiamo dovuto picchiarlo, pensavamo che...". La testimonianza sconvolgente

Giulio Bucchi
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"Credevamo che Giulio Regeni fosse una spia inglese, lo abbiamo preso, io sono andato e dopo averlo caricato in macchina abbiamo dovuto picchiarlo. Io stesso l'ho colpito più volte al volto". A parlare è uno dei funzionari della National security egiziana sospettati del sequestro e della morte del ricercatore italiano a il Cairo, che, a quanto riferiscono Corriere della Sera e la Repubblica, ha raccontato di aver partecipato al "prelevamento" di Regeni la sera del 25 gennaio 2016. Leggi anche: "Fatto di una gravità senza precedenti". Caso Regeni, Crosetto inchioda Fico L'episodio è stato rivelato da una persona che ha assistito alla conversazione tra il funzionario egiziano e il suo interlocutore, un testimone occasionale che conosce la lingua araba e ha capito cosa si dicevano i due. Testimone che ha deciso di raccontare tutto ai legali della famiglia Regeni, coordinati dall'avvocato Alessandra Ballerini che assiste i genitori del ricercatore ucciso, i quali hanno messo queste dichiarazioni a disposizione dei magistrati romani. Il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco, secondo quanto riferisce il Corriere, "considerano la testimonianza attendibile, logica e congruente con altri elementi acquisiti nell'indagine, per questo nei giorni scorsi hanno inoltrato al Cairo una nuova rogatoria in cui chiedono informazioni che potrebbero fornire ulteriori riscontri".

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