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Sea Watch, Carola Rackete poteva uccidere. Fonti della finanza: "Terrore". Il pm: "Inammissibile violenza"

Giulio Bucchi
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Hanno intimato a Carola Rackete l'alt per tre volte, ma la Sea Watch non si è fermata ed è finita addosso alla motovedetta della Guardia di finanza che cercava di tenere lontana dal molo di Lampedusa la nave della Ong con 40 migranti a bordo. Una disobbedienza che solo per un miracolo non si è trasformata in tragedia. Leggi anche: "Perché Carola Rackete non aveva alcun obbligo di fermarsi". La cannonata di De Falco "Abbiamo rischiato di morire", dicono fonti della Gdf all'agenzia Adnkronos, parlando apertamente di "azione criminale": "Siamo rimasti schiacciati sulla banchina", a bordo della motovedetta per diversi secondi si c'era un clima di "terrore" perché "ci siamo visti addosso a noi un bestione da 600 tonnellate". Anche il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che coordina le indagini, ha commentato con durezza: "Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti".

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