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Sea Watch, Giorgia Linardi svela il bluff delle "scuse" di Carola Rackete: "Perché non è pentita"

Giulio Bucchi
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"Quello che ha fatto male a Carola è il livello di resistenza delle autorità". Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch, commenta l'arresto di Carola Rackete, capitano della nave della Ong sbarcata di forza a Lampedusa nella notte tra venerdì e sabato. L'attivista italiana pro-migranti svela poi un dettaglio non secondario sulle "scuse" che la 31enne tedesca avrebbe rivolto agli agenti della Guardia di finanza che erano a bordo della motovedetta schiacciata contro il molo durante l'attracco fuorilegge. Leggi anche: "Avrei fatto anch'io come Carola". Orfini sperona il Pd: auto-affondamento "Carola non si è pentita, ha agito in stato necessità. Si è effettivamente scusata con la Guardia di Finanza ma non per essere entrata in porto. Mi ha detto che non aveva scelta perché non poteva fare un'altra notte in mare", ha spiegato la Linardi. "Noi  crediamo che sia irresponsabile che anche nel momento in cui è stato violato un alt si faccia questo tipo di manovra ostruttiva nei confronti di una nave che non voleva certamente minacciare o bombardare". L'irresponsabilità e la colpa sarebbero dunque della motovedetta della GdF, e non di chi come la capitana della Sea Watch ha violato volontariamente e coscientemente le leggi italiane.

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