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Sea Watch 3, per Carola Rackete non è finita: "Telefonata sospetta", si apre un altro fronte

Caterina Spinelli
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Non è ancora finita per Carola Rackete, che dovrebbe temere una seconda inchiesta, quella sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per il recupero dei migranti al largo della Libia. A confermarlo è lo stesso procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio: "Finora non abbiamo rilevato la prova di una collusione tra i trafficanti di esseri umani e le Ong. Questo, però, non significa che non si possano registrare chiamate di questo tipo", ha spiegato ieri, martedì 2 luglio, all'audizione davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Leggi anche: Sea Watch, Carola Rackete non sarà espulsa Nel caso del penultimo sequestro della Sea Watch 3 del 19 maggio - rivela Il Giornale - gli inquirenti hanno a disposizione una telefonata molto sospetta giunta dalla Libia con un cellulare al Centro di soccorso della Guardia costiera di Roma. Chi ha chiamato non parlava benissimo l'inglese e cercava Sea Watch, ma aveva sbagliato numero. Che Tripoli non fosse un porto sicuro lo ha già detto Patronaggio, ma ora gli inquirenti vogliono capire se la presenza della nave umanitaria nella zona di ricerca e soccorso libica (Sar) sia giustificata o meno. Alle 9.53 del 12 giugno, l'aereo Colibrì, dei Piloti volontari francesi finanziato dalla Sea Watch, avvista un gommone a circa 35-40 miglia dalla costa in zona Sar di Tripoli. Come ha fatto a trovarlo in mezzo al mare? Il primo punto oscuro è l'attesa di almeno un'ora prima di dare l'allarme. Questo lasso di tempo avrebbe - secondo il quotidiano - permesso l'avvicinamento dei migranti alla Sea Watch 3. La capitana però si difende affermando che la Guardia costiera libica non ha assunto subito il coordinamento del soccorso. Diverso parere, invece, quello di Tripoli che ammette: "Abbiamo soccorso prima che iniziassero le operazioni di recupero da parte della Ong". Leggi anche: L'armatore di Mediterranea: "Salvini odia Carola perché è donna" Carola dichiara di "avere lanciato due gommoni veloci per andare incontro ai migranti". Il sospetto è che l'abbia fatto per prevenire l'arrivo della motovedetta libica. I tedeschi hanno intercettato i migranti alle 12.30 e per Sea Watch "il gommone era in difficoltà, senza strumenti di navigazione, con poco carburante e sovraffollato". Tutto questo a parole, perché i fatti dicono altro: la stessa Ong ha pubblicato una foto su Twitter al momento dell'arrivo della motovedetta Talil salpata da Zawhia. L'imbarcazione però mostra il gommone con i tubolari belli gonfi, senza alcun problema di navigabilità. Ai libici non resta che tornare indietro, dato che a prendersi i migranti ci aveva già pensato la Sea Watch. 

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