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Alan Kurdi, atto di guerra: rotta verso Lampedusa, si muove la Guardia di Finanza

Davide Locano
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"Con 65 persone soccorse a bordo ci stiamo dirigendo verso Lampedusa. Non siamo intimiditi da un ministro dell'Interno ma siamo diretti verso il più vicino porto sicuro. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo". Così la ong tedesca Sea Eye,in un tweet, annuncia che la nave Alan Kurdi (battezzata così in ricordo del bambino siriano trovato morto nel 2015 su una spiaggia turca e la cui foto fece il giro del mondo) dopo il salvataggio di venerdì sta facendo rotta verso l'Italia. Un nuovo atto politico, una nova sfida politica. Fonti del Viminale hanno riferito che una motovedetta della Guardia di Finanza ha notificato al comandante della nave il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane. "Salvini non ci intimidisce", ha annunciato l'equipaggio, pronto a forzare il blocco. Leggi anche: Sea Eye, Salvini attacca la Germania Il gommone con a bordo i migranti, ha spiegato la ong, aveva un motore funzionante e sufficiente carburante, ma gli occupanti non avevano a disposizione telefoni satellitari o GPS. "Senza alcuna conoscenza nautica e senza telefoni, il loro destino era segnato", ha detto Gorden Isler, della Alan Kurdi. Il Viminale sta predisponendo il divieto di ingresso in acque territoriali italiane, ma la ong ha deciso di sfidare lo stop di Matteo Salvini, sostenendo che la "legge del mare" dovrebbe sempre prevalere. La nave potrà fare rotta verso la Tunisia o verso la Germania. Anche in questo caso, la posizione del governo italiano è perfettamente coincidente con quella di Malta.

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