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Omicidio Cerciello Rega, qualcosa non torna: lui e il collega erano senza tesserino e senza pistola

Stefano Boffa
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Più si va avanti con le indagini, più il mistero si infittisce. L'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, avvenuto a Roma il 26 luglio e per cui sono indagati i due studenti americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale-Hjorth, sta sollevando sempre più dubbi tra gli inquirenti per quanto riguarda le dinamiche dell'accaduto. Il collega del carabiniere ucciso, Andrea Varriale, ha ammesso che i due erano entrati in azione in borghese, senza addosso né il tesserino di riconoscimento e né la pistola d'ordinanza. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Varriale avrebbe giustificato tale scelta alla Procura perché entrambi erano in bermuda e maglietta, quindi le pistole sarebbero potute essere notate. Tale dettaglio, però, non è coerente con la tesi secondo cui i due carabinieri si sarebbero qualificati prima di presentarsi ai due studenti americani. Di contro Varriale insiste nel dire che la qualificazione sarebbe avvenuta "mostrando una placca identificativa". Leggi anche: Carabiniere ucciso, la seconda telecamera e i 24 minuti di buio: trappola mortale degli americani? E non è tutto: i due carabinieri non erano in possesso nemmeno delle manette, anzi, Cerciello Rega era in possesso di un marsupio in cui erano presenti delle chiavi, una banconota, delle monete e delle carte da gioco. In più, gli inquirenti sarebbero entrati in possesso di un nuovo video, il quale dovrebbe coprire il famoso "buco di 24 minuti" dell'incontro di Elder e Natale-Hjorth con Sergio Brugiatelli. Nel video, si vedono i due ragazzi passeggiare nervosamente e passare più volte davanti ad un bar, mentre non è ripresa la fase della colluttazione tra gli studenti e i carabinieri conclusasi con la morte di Cerciello Rega. La sensazione che qualcosa nella faccenda non torni si fa sempre più concreta.

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