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Torino, detenuto tunisino in permesso sgozza la compagna. Aveva già ucciso la sua fidanzata nel 2008

Cristina Agostini
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Un tunisino di 36 anni, detenuto nel carcere di Torino in permesso lavoro, ha cercato di sgozzare la compagna che voleva lasciarlo dopo aver scoperto che undici anni prima aveva ucciso una donna. La polizia ha arrestato l'uomo, Mohamed Safi, già in cella per avere assassinato nel giugno 2008, a Bergamo, Alessandra Mainolfi, 21 anni, uccisa con due coltellate all'addome. Per quell'omicidio Safi era stato condannato a 12 anni di reclusione, dopo che il pm aveva chiesto 15 anni. Nella notte tra il 18 e il 19 ottobre, intorno all'una, Safi e la vittima, una donna torinese di 43 anni con cui si vedeva da sei mesi, si trovavano su un bus in corso Giulio Cesare, nella periferia nord della città. L'uomo, recluso al carcere Lorusso e Cutugno, era in permesso di lavoro, un provvedimento che gli ha consentito di svolgere l'attività di cameriere in un bistrot del centro, facendo ritorno al penitenziario alle due di notte. Leggi anche: "Come gli immigrati italiani!". Rissa e urla contro Cruciani, Karima Moual fuori controllo: Del Debbio la ferma La vittima aveva chiesto a Safi un incontro per chiudere la storia, dopo che su internet aveva scoperto il motivo della sua carcerazione. Appena scesi dal bus, l'uomo ha afferrato una bottiglia rotta nel tentativo di sgozzare la donna, che per fortuna aveva il collo coperto da una grossa sciarpa. Con ferocia, l'uomo ha inferto numerosi colpi al viso procurandole profondi tagli al viso, tali da renderla irriconoscibile. Alla scena hanno assistito alcuni passanti, che hanno messo in fuga l'uomo. La stessa vittima, gravemente ferita ma cosciente, ha indicato agli agenti elementi utili a identificare l'aggressore. Said è stato bloccato pochi metri dopo, completamente ricoperto di sangue e con ferite al volto provocate da una caduta avvenuta durante il tentativo di fuga. La vittima, subito soccorsa, è stata trasportata in ospedale e a breve verrà trasferita al Maria Vittoria per un complesso intervento di chirurgia maxillo-facciale. Al momento dell'arresto Safi non ha detto nulla. Undici anni fa, quando subito dopo avere ucciso Alessandra Mainolfi, aveva chiamato le forze dell'ordine dicendo "ho ucciso il mio amore".

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