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E' malata di shoppingNiente assegno dall'ex marito

Negato a una 58enne di Pisa il diritto ai duemila euro mensili, riconoscendo "l'uso incontrollato di denaro per effettuare acquisti" come causa di fine del matrimonio

Matteo Legnani
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Lei è "malata" di shopping. E la Cassazione le nega l'assegno di mantenimento del marito, con una sentenza nella quale riconosce lo shopping esagerato tra le cause che possono far naufragare un matrimonio. La storia è quella di una signora 58enne di Pisa e del suo divorzio. In appello alla donna era stata attribuita la resaponsabilità  del naufragio matrimoniale per via del suo vizio fuori controllo, mentre in primo grado i giudici avevano escluso l'addebito. Lei ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che la consulenza tecnica aveva evidenziato  un disturbo della personalità che la spingeva a spendere. Ma i supremi giudici hanno invece spiegato che la donna era "lucida e orientata nei parametri spazio temporali nei confronti delle persone e delle cose", essendo perciò da escludere che fosse incapace di intendere e di volere. Per questo, essendo responsabile della fine del rapporto col marito, la 58enne non avrà diritto  all'assegno di mantenimento da parte del marito.

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