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Quella su Ruby più che una sentenza è un porno

Mario Giordano

Dettagli scabrosi, privacy calpestata e nessun reato: questa è una giustizia alla «Penthouse»

Matteo Legnani
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Più che motivazioni, eccitazioni. Più che scienza giuridica, l'arte del porno. Quel che scrivono i giudici di Milano per spiegare la condanna di Berlusconi nel processo Ruby sembra ispirato direttamente al codice Rocco. Rocco Siffredi, però.  Mancano le testimonianze di Jessica Rizzo, Hugh Hefner e un parere pro veritate di Cicciolina e poi il documento è pronto per essere depositato. In cancelleria? No, nell'archivio  di Penthouse. Con trasmissione degli atti su Youporn. Da quel che trapela delle 330 pagine di motivazioni della condanna, infatti, i magistrati hanno dato libero sfogo alle loro pulsioni sessuali. Voyeurismo puro, guardonismo spinto all'ennesima potenza. Tralasciamo il fatto che, come al solito, le motivazioni non sono state consegnate ai giornalisti, ma già cominciano a finire ovviamente sui giornali on line (ieri ne pubblicava ampi stralci Affaritaliani.it) e di conseguenza, immaginiamo, sui giornali cartacei. Ma quello che colpisce è che esse sono: a) basate su fatti per lo più smentiti dalle protagoniste; b) del tutto irrilevanti al fine della condanna del Cavaliere. E allora perché i giudici si trastullano per 330 pagine con rapporti orali, leccamenti vaginali, balli sfrenati e altri dettagli che non stonerebbero in qualsiasi rivista hard? Delle due l'una: o hanno voglia di divertirsi o hanno voglia di sputtanare il Cavaliere. O forse tutte e due insieme. Dalle toghe rosse alle toghe a luci rosse, il passo è compiuto da tempo. Ma da oggi non si torna più indietro. E perciò, per chi aveva ancora un minimo rispetto per ciò che sta sotto l'ermellino,  è davvero deludente leggere queste pagine scritte con un cattivo gusto memorabile e un'attenzione per i dettagli che definire pruriginosa è poco. Che i dettagli siano veri, per altro, è tutto da dimostrare, visto che si tirano in ballo ragazze che hanno sempre smentito e che continuano a smentire il racconto, a cominciare da Belen Rodriguez, che secondo i giudici sarebbe stata proprio oggetto delle attenzioni linguistiche del Cav. E che invece ha smentito di aver mai partecipato a una «cena elegante» o a un «festino», che dir si voglia. Né mai la magistratura è riuscita a dimostrare il contrario.  E allora qualcuno sa spiegare perché nelle motivazioni di una sentenza compare, arricchita da particolari quanto mai pruriginosi, una persona la cui presenza alle Arcore's Night non è mai stata accertata? Che senso ha, a parte quello di compiacere per l'appunto, l'ansia di prestazione sessual-giuridica dei magistrati? Anche per quanto riguarda il resto del racconto, beh, è piuttosto singolare che in tribunale si prendano per buone le testimonianze delle ragazze quando raccontano i particolari più esagerati e poi le si considera delle bugiarde quando raccontano le sere ad Arcore come normali cene.  Prendiamo Ruby. Non si è ancora capito se i giudici la considerino una mentitrice acclarata oppure una persona credibile. Perché nel primo caso  devono spiegare perché allora la prendono sul serio quando costruisce fantasie erotiche che farebbero invidia a Tinto Brass. E nel secondo caso, invece, devono spiegare perché smettono di crederle non appena lei assicura che non ha mai fatto sesso con Berlusconi. Ma, poi, vogliamo dirla tutta? E se anche quei dettagli a luci rosse fossero veri? No, dico: se anche ci fossero i leccamenti vaginali e il sesso orale di cui i magistrati si occupano nelle loro motivazioni? Qualcuno può spiegare dov'è il problema?  Certo: ne viene fuori l'immagine di un Cavaliere capace di prestazioni sessuali incredibili, roba che al barsport di Usmate Velate impazziscono di invidia. E forse anche il medesimo, se non fosse troppo prostrato dall'aggressione subita, di quell'immagine andrebbe orgoglioso. Ma insomma:  di che reato si tratta? Quelli che vengono descritti dai magistrati con un'attenzione morbosa (figlia anche essa dell'invidia, come al bar sport di  Usmate Velate?) sono rapporti fra persone adulte e consenzienti.  Perché i magistrati se ne occupano? Nel processo si dovrebbe  valutare la concussione di un poliziotto e la prostituzione minorile di Ruby. Il resto che c'entra? Con tutto il rispetto per la vagina di Belen: che importa chi  l'ha leccata? Lei non era ad Arcore, è chiaro: ma se anche fosse stata lì a farsi mastruzzare da chicchesia: dov'è il problema? Perché se ne interessano i giudici?  Soprattutto: perché lo descrivono con tanto compiacimento in una motivazione che  dovrebbe essere un testo giuridico e non un rapporto di  self-porno applicato al codice?  In effetti: è triste vedere come nelle aule dei tribunali si passa in fretta dal diritto romano al diritto hardcore. È triste vedere che quelli che dovrebbero essere gli equilibrati amministratori della giustizia si comportano da accaniti voyeur. È triste vedere che più che una motivazione di sentenza emettono un gemito d'orgasmo: roba da ricordare uno dei film storici del genere: Alì Babà e i 40 guardoni. Praticamente un manifesto della nuova magistratura. di Mario Giordano

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