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Fini: "Non rischia il governo

ma la fiducia nella politica"

Silvia Tironi
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Patrizia, Tarantini, le escort, le feste a Palazzo Grazioli, l'inchiesta di Bari: tutto il clamore che negli ultimi giorni si sta scatenando intorno al presidente del Consiglio non riuscirà a minare la solidità dell'esecutivo. Ne è convinto il presidente della Camera Gianfranco Fini che, interpellato dai giornalisti durante la conferenza stampa seguita a un dibattito al Cnel, risponde sicuro: "Non credo che ci sia un rischio di instabilità per il governo. C'é unrischio di minore fiducia dei cittadini nei confronti della politica edelle istituzioni, cioé del fondamento della democrazia". Fini, cheparla a su futurodel parlamentarismo in Italia e in Germania, aggiunge: "È questo untema che non riguarda governo o opposizione, ma tutti gli attori dellapolitica italiana". Per superare la sfiducia dei cittadini, aggiunge Fini, "non esiste unasola strada, ne esistono tante. Se si parte dal presupposto che leistituzioni sono di tutti - spiega - sarebbe opportuno, quando si parladi riforme, di non seguire la via dell'approvazione a maggioranza, maquella di riforme condivise". "Una democrazia impotente e inefficace - afferma più tardi Fini nel suointervento - alla lunga genera disillusione, scontento, alimenta lacritica e il ripudio e finisce per alimentare progetti bonapartisti ocesaristi, con una delegittimazione del Parlamento inteso come luogoche rallenta le decisioni". Il presidente della Camera ha sottolineatola necessità di una "democrazia più forte, più legittimata, piùpartecipata, più rappresentativa, più efficace". E ha detto che "sevogliamo battere le pulsioni che ci sono di un rinnovatoanti-parlamentarismo, il nostro primo dovere è quello di rendere ilParlamento la casa di tutti e di favorire la partecipazione".

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