Sud, vita meno cara del 16,5%
Calderoli: "Gabbie salariali"
Il ministro per laSemplificazione normativa, Roberto Calderoli, torna a chiedere a gran voce le "gabbie salariali". Questo alla luce dallo studio di Bankitalia sulle differenze nel livello dei prezzi al consumo tra Nord e Sud riferiti al 2006. Il ministro leghista approfitta dunque dei dati per rilanciare la regionalizzazione delle buste paga: "Se il governo ha deciso di risolvere la questione meridionale, anche attraverso la fiscalità di vantaggio, ritengo altrettanto necessaria e urgente la risoluzione della questione settentrionale. Nel senso che bisogna porre attenzione alle nostre proposte riguardanti le buste paga parametrate sul reale costo della vita nelle diverse aree del Paese». Bankitalia in effetti certifica che la campagna di Umberto Bossi - 'la busta paga padana' - ha dei fondamenti concreti. A tal punto che con il Senatur si schiera anche un rappresentante meridionale della maggioranza, Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati PdL. Divario Nord-Sud - Nelle regioni del Sud, secondo lo studio 'Le differenze nel livello dei prezzi al consumo tra Nord e Sud' di Luigi Cannari e Giovanni Iuzzolino, inserito nella collana 'Questioni di economia e finanzà dellam Banca d'Italia, il livello dei prezzi è del 16,5% inferiore rispetto a quello del Centro Nord.Se si considera che i prezzi dei prodotti alimentari, dell'abbigliamento e dell'arredamento (circa un terzo della spesa per consumi delle famiglie) siano i soli a presentare differenze nel territorio, il costo della vita nel Mezzogiorno risulta inferiore di circa il 3 per cento rispetto al resto del Paese. Il costo degli affitti nel Sud, però, è pari a circa il 60 per cento di quello del Centro Nord, a parità di caratteristiche qualitative degli immobili, come misurate nell'indagine sui bilanci delle famiglie condotta dalla Banca d'Italia. Il costo dei combustibili e dell'energia risulta di poco superiore nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord (2,2 per cento); quello dei servizi è invece inferiore del 15 per cento. Queste categorie di spesa rappresentano rispettivamente il 5 e il 38 per cento della spesa complessiva delle famiglie. Considerando tutto qyesto, la stima del divario tra Centro Nord eMezzogiorno è dell'ordine del 20 per cento; se si considera invece che i prezzi dei servizi rilevati dal Mise siano rappresentativi solo di alcune componenti di spesa per servizi e che per i restanti prodotti non vi siano differenze territoriali, nelle regioni meridionali il livello dei prezzi è del 17 per cento inferiore a quello del Centro Nord. Incorporando il maggior onere nel Mezzogiorno rilevato per i premi di assicurazione dei mezzi di trasporto tale valore scende al 16,5 per cento circa.