Arcinazzo, il romeno si difende
"La ragazza era consenziente"
Si difende dall'accusa di violenza sessuale il 18enne romeno arrestato per lo stupro di una ragazza di 16 anni ad Arcinzzo Romano, in provincia di Roma. “Non ho violentato nessuno, lei era consenziente”, ha raccontato Costel Gabriel Ostache al gip del tribunale di Tivoli. “Ci siamo appartati, poi ci siamo baciato, ma non ho fatto nessuna violenza”. Il giudice delle indagini preliminari ora dovrà decidere sulla richiesta di custodia cautelare in carcere chiesta dal pubblico ministero Giuseppe Mimmo. Per ora si è limitato a convalidare il fermo. Ostache, assistito da un avvocato d'ufficio, è stato interrogato nel carcere di Rebibbia. “Non nego di aver avuto un rapporto sessuale con quella ragazza - ha detto Ostache al gip - avevamo bevuto, ma non ho usato violenza”. Il racconto della minorenne - Stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, anche sulla base della testimonianza della ragazza, i due giovani si erano conosciuti la sera della sagra “La Magnalonga”, una tradizionale festa enogastronomica di Arcinazzo. Erano stati insieme durante la stessa serata e poi si erano appartati. Dalla denuncia raccolta dai carabinieri, la giovane risultava ubriaca e in stato di incoscienza e si sarebbe accorta dell'aggressione sessuale soltanto molto tempo dopo che era stata insieme al giovane romeno: “Mi sono ritrovata sporca di sangue quando sono tornata in me - ha riferito ai carabinieri - ma non ricordo bene cosa è accaduto”. Quasi linciato - Una volta appresa la notizia, nel piccolo borgo collinare è scoppiata la rabbia degli abitanti e il ragazzo diciottenne, figlio di genitori residenti in un'altra provincia del Lazio e arrivato in Italia da poche settimane, ha rischiato di essere linciato. La minorenne, infatti, si è confidata con un gruppo di amici e una ventina di persone hanno cercato di entrare nella casa dove si trovava il ragazzo. Il linciaggio è stato però sventato dall'intervento dei carabinieri di Subiaco che hanno arrestato il romeno, ora in carcere a Rebibbia.