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Alfano: nessun disegno politico

Ma la mafia ce l'ha col premier

Albina Perri
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 «Come paese abbiamo già consolidati risultati derivanti dalle indagini svolte da volonterosi magistrati. Se vi saranno elementi per riaprire i processi sulle stragi i magistrati lo faranno con zelo e coscienza». Lo dice il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, arrivando a Gubbio per il seminario del Pdl. Il Guardasigilli poi continua: «siamo convinti che nessuno abbia intenzione di inseguire disegni politici, ma solo un disegno di verità». Alfano rimarca però come ci sia «una componente della mafia che ha motivi di rancore contro Berlusconi che l'ha combattuta con i fatti e non con le parole». A chi gli chiede un commento sull'affondo del presidente della Camera Gianfranco Fini, Alfano replica: «Fini ha ribadito che c'è un accanimento giudiziario nei confronti del presidente Berlusconi. Se c'è un uomo di governo che più di ogni altro può vantare risultati straordinari nella lotta alla mafia -ribadisce il ministro- è Silvio Berlusconi. Non parole straordinarie, ma fatti straordinari». Alfano ricorda i risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata e rivendica come questa sia una priorità del governo tanto è vero che la legge le intercettazioni non sono ancora legge e nemmeno il processo penale, mentre invece è legge il pacchetto di contrasto alla criminalità organizzata. In particolare il Guardasigilli sottolinea il valore della confisca dei beni dei mafiosi e del carcere duro, misure dalle quali genera il «rancore» nei confronti del premier. Alla domanda se le inchieste possano minare la credibilità del governo, Alfano risponde: «Non abbiamo queste preoccupazioni, riteniamo che il governo si sia qualificato per l'esatto contrario, per il contrasto alla criminalità organizzata, un contrasto con esiti straordinari». Il Pd: emolliente- "A chi dobbiamo credere? Al presidente del Consiglio o al ministro della Giustizia? Il caos regna sovrano nel governo. Le parole del ministro Alfano vanno nella giusta direzione, tuttavia e purtroppo, non bastano assolutamente a fare chiarezza. Tra gli attacchi alla magistratura del presidente del Consiglio e le rassicurazioni del guardasigilli esiste una distanza siderale''. È il commento polemico di Lanfranco Tenaglia, responsabile Giustizia del Pd, che ha giudicato "emollienti" le parole di Alfano. ''Non vorremmo, infatti,  che le parole rassicuranti ed emolienti del ministro Alfano - aggiunge - altro non fossero, che il tentativo di tranquillizzare la vittima per poterla colpire meglio. A che servono le belle parole se poi  un giorno si' e l'altro pure si assiste ad una continua aggressione e con i fatti e le opere si demolisce la certezza del diritto? Dopo aver ascoltato le parole del presidente Fini e del ministro Alfano sorge spontaneo il dubbio se quando si parla di giustiziaesista ancora una maggioranza'', conclude Tenaglia. Magistrati soddisfatti- "Prendo atto con viva soddisfazione e con me l'intera Associazione magistrati e certamente tutta la magistratura delle parole del ministro Alfano a proposito della serieta' dei magistrati impegnati nelle inchieste sulle stragi di mafia". Lo dichiara il presidente dell'ANM Luca Palamara, sottolineando che il sindacato delle toghe era stato indotto "a intervenire proprio per il grave rischio di delegittimazione dei magistrati piu' esposti nelle inchieste sulla criminalita' organizzata, ai quali oggi il Guardasigilli riconosce "zelo e coscienza", oltre che impegno. "Mi auguro - conclude Palamara - che la posizione del ministro della Giustizia sia condivisa dall'intero Governo". Ma il presidente del Senato Schifani, impegnato a Gubbio nella scuola di formazione del Pdl, torna sulle stragi di mafia degli anni '90 e dichiara: "Si' alla lotta ''senza quartiere'' alla mafia sul territorio condotta dalla magistratura. Attenzione, invece a ''riproporre teoremi politici'' evocando ''fantasmi di un passato lontano''

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