Di Pietro va all'attacco:
"La dittatura c'è già"
Se Enrico Letta invita il Pd a giocare di sponda con il presidente della Camera Fini, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro si spinge decisamente più in là: invita Fini a «passare dalle parole ai fatti» e teorizza scenari apocalittici. «È necessario verificare se esiste ancora una maggioranza in Parlamento», ha tuonato Di Pietro da Palermo dove si è recato in visita ai Cantieri navali per manifestare la propria solidarietà ai lavoratori. Anche se, contraddicendosi, ha spiegato subito dopo di non credere affatto all'ipotesi di elezioni anticipate: «Quelli che ci sono attualmente al governo e al Parlamento sono troppo attaccati alle poltrone e quindi, piuttosto che rischiare di andare al voto anticipato, daranno la fiducia al governo tappandosi naso, bocca e anche il sedere». Poi il solito refrain sul regime. «L'Italia non corre il rischio della dittatura, per il semplice fatto che c'è già», ha spiegato, «perchè la coscienza civile si è addormentata e Berlusconi ricorda tanto l'Hitler di Chaplin che giocava con il mappamondo, o il dittatore di turno chiuso nel proprio bunker». Quindi l'invito al governo di non occuparsi più di «festini provati e di escort», perché «nel nostro Paese è alle porte la violenza della disperazione».