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Di Sarno andrà in ospedaleMa il giudice dice no alla scarcerazione

Della vicenda si è interessato anche il Presidente della Repubblica Napolitano: "Subito la grazia"
di Lucia Esposito domenica 19 gennaio 2014

2' di lettura

Il detenuto malato di tumore non può tornare a casa, come richiedono i familiari e come pure il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha perorato, ma continua a scontare la pena in ospedale. Il magistrato di sorveglianza di  Napoli ha disposto il ricovero in ospedale di Vincenzo Di Sarno. Le sue condizioni di salute non sono considerate tali da giustificare il ritorno a casa. Anzi, la toga preferisce il trasferimento in una struttura sanitaria anche in considerazione del fatto che il detenuto “sta rifiutando la terapia medica infusiva e nutrizione con brick nonostante le continue  sollecitazioni mediche”. Nel decreto che rigetta l’istanza viene specificato che Di Sarno “è costantemente monitorato in ambiente intramurario” e “non appare in immediato pericolo di vita”. Rilevato che “non vi sono i presupposti per l’adozione di un provvedimento d’urgenza da parte del   magistrato di sorveglianza”, il magistrato ha ritenuto opportuno “effettuare un monitoraggio completo sulle effettive condizioni di  salute del condannato, possibile solo in ambiente ospedaliero”. La decisione - Il magistrato di sorveglianza di Napoli ha quindi disposto “il ricovero del condannato presso un ospedale, da individuarsi repentinamente a cura dell’amministrazione  penitenziaria - si legge nel dispositivo -, sia sulla base della specializzazione oncologica della  struttura, sia della rapida disponibilità al ricovero”. "E' un inizio importante, perchè prima di tutto io voglio che venga curato. Il trasferimento in ospedale è un primo passo - commenta Maria Cacace, madre di Di Sarno -. Non ho perso ancora la speranza". La donna invoca ancora l'intervento del capo dello Stato ("solo lui può aiutarci"). "Mio figlio non è in pericolo di vita? E’ allo stremo - conclude -, come fanno i magistrati a non capirlo? Pesava 115 chilogrammi ed ora 53, sta bene secondo voi?". L'intervento di Napolitano -  "Pur consapevole che il reato commesso dal detenuto in questione è stato fonte in altri di dolore che merita rispetto e considerazione - si legge in una nota diramata dal Quirinale -, il presidente Napolitano si augura che sia l'esame della richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena sia la procedura per la grazia siano condotte in tempi commisurati alla gravità delle condizioni di salute di Vincenzo Di Sarno" La prima domanda di grazia era stata presentata dalla madre del detenuto lo scorso 12 settembre 2013, mentre la condanna del figlio non era ancora definitiva e non poteva neanche essere presa in esame. L’avvio dell’istruttoria su una successiva domanda è stato quindi possibile presso il Ministero della Giustizia soltanto dopo il 19 novembre 2013. Ma la richiesta di grazia è stata respinta.

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