Una ferita che torna a bruciare. Un dolore che, dopo 7 anni, non si è affievolito. Fabiana Raciti, figlia del poliziotto ucciso a Catania nel febbraio del 2007, è arrabbiata, incredula e offesa. Leggere il nome dell'uomo che ha ucciso suo padre sulla maglietta indossata dall'ultrà napoletano Genny a' Carogna le ha fatto male: "Sono giorni che piango a dirotto", racconta la 22enne a Repubblica. Sabato sera, mentre un colpo di pistola feriva il tifoso Ciro Esposito e lo stadio Olimpico sprofondava nella confusione più completa, per Fabiana e sua madre è stato come vivere un nuovo lutto: "Le magliette sono l'ultimo sfregio: uno sfregio a un grande uomo, a un grande padre, un grande marito. Questo è uno schiaffo morale alla mia famiglia, quelle magliette vogliono difendere un assassino e offendere chi crede nella giustizia. Non lo posso tollerare". Secondo voi Fabiana fa bene ad andarsene dall'Italia? VOTA IL SONDAGGIO Via dall'Italia - Il sacrificio di Filippo Raciti, ucciso da Antonino Speziale mentre cercava di placare i disordini nati in occasione del derby siciliano Catania - Palermo, le sembra ora vano. "Spero solamente che la tua morte spinga la società a cambiare, perché tu sei un eroe", aveva detto Fabiana nel giorno dei funerali del padre. Il suo appello, però, è rimasto inascoltato. Ora, lo sconforto per un'Italia che non vuole e non riesce a cambiare potrebbe spingerla a partire: "Voglio andare via. Ho sopportato troppo in questo Paese", spiega nella stessa intervista. Poi, aggiunge: "Ho voglia di libertà, desiderio di felicità e soprattutto di sicurezza, ma tutto questo l'Italia non me lo permette più. Qui tutto peggiora di giorno in giorno e non vorrei far crescere i miei figli in un ambiente del genere: io sogno un posto dove le regole vengano rispettate".