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Di Pietro 'silura' Vendola

Poi incontra Franceschini

Silvia Tironi
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 Si vede a pranzo con il leader del Pd Franceschini per organizzare l'opposizione dei prossimi mesi. Poi, con grande coerenza, subito dopo silura il Governatore della Puglia Nichi Vendola consigliandogli di fare un «passo indietro» e invita il Pd pugliese a «rivedere i propri schematismi e rinnovare la squadra di governo regionale che ha fatto più male che bene». Alla fine, medita di occupare addirittura il Parlamento per protesta contro il presidente del Senato Schifani e poi lancia un appello ai cittadini, invitandoli a disdire il canore Rai e a sostituirlo con Sky. Una corsa continua, quella di Antonio Di Pietro, a spararla sempre più grossa. Si comincia con la Rai. «La dirigenza Rai, costola di governo, da una parte boicotta le trasmissioni di punta ad altissimo indice di gradimento come Report della Gabanelli, Annozero di Santoro e Ballarò di Floris, dall'altra – ha scritto Di Pietro nel suo blog – elabora strategie fallimentari come TivuSat e promuove l'informazione faziosa di soggetti come Minzolini o Vespa, che stanno al giornalismo come la sedia elettrica alla vita umana. Viviamo ormai – ha concluso il leader dell'Idv - in un Paese privo delle più elementari libertà democratiche, dove l'arroganza di un manipolo saldamente ancorato alle istituzioni, e protetto per assurdo proprio dalle stesse, sta divorando lo Stato dall'interno attaccandone gli organi vitali come un cancro invisibile ma mortale». Regionali - Poi è la volta delle elezioni regionali. In Puglia, ha detto Di Pietro, «vogliamo vedere un segno di discontinuità» e servirebbe, quindi, che il governatore Nichi Vendola facesse «un passo indietro» rispetto ad una sua candidatura alle prossime regionali. «Opposizione di difesa democratica» – L'ex pm ha spiegato inoltre i temi affrontati nel pranzo con Franceschini martedì a Roma. «Abbiamo ripassato la lezione, per evitare di lasciare il Paese a Berlusconi e ai berluschini e per rilanciare e ricostituire una coalizione di difesa democratica. Alla luce di ciò che accade c'è un pericolo reale per la democrazia, per il sistema dell'informazione, per l'agibilità degli spazi di informazione politica della Rai».

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