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Pordenone, sgozzata dal padre

La madre: ha sbagliato Sanaa

Michelangelo Bonessa
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Sanaa El Ketawi, la ragazza marocchina di 18 anni uccisamartedì sera a Montereale Valcellina (Pordenone), è morta per l'emorragiacausata dalle coltellate alla gola, secondo quanto stabilito dall'autopsia. Intanto la madre prende le difese del marito, in una vicenda che assume semprepiù i contorni simili all'omicidio di Hina, la ragazza pachistana uccisa daifamiliari perché 'troppo occidentale'. Anche in quel caso la madre capi' ilgesto del marito. "Perdono mio marito: ha commesso un gesto orrendo, ma è mio marito, ilpadre di altre mie due figlie. Forse ha sbagliato Sanaa": lo ha detto lamamma di Sanaa.  A riferire le parole della donna è l'imam di Pordenone, Mohamed Ovatiq,che ha accompagnato la donna per il riconoscimento ufficiale della salma dellafiglia, nell'obitorio dell'ospedale della città friulana. "La madre - ha riferito l'imam - condanna il gesto, orrendo, compiuto dal maritoma lo perdona perché l'uomo si è sempre comportato bene, ha provveduto allafamiglia, e ci sono le due sorelline da crescere". "La madre èsconvolta - ha detto Ovatiq - si sente delusa e tradita dal gesto del marito,che è giunto inaspettato". Il ruolo del supertestimone – Nell'efferato omicidio c'è anche un supertestimone. Si tratta di un cittadino che ieri sera si trovava nella frazione Grizzo di Montereale Valcellina, proprio nel momento in cui è stato compiuto il delitto.  Richiamato dalle urla della ragazza e del fidanzato – Massimo De Biasio, di 31 anni, ferito insieme alla giovane – il testimone ha visto un'automobile allontanarsi ed è riuscito anche a leggere i numeri e le lettere della targa. È stato lui - secondo quanto trapelato nel pomeriggio di mercoledì a Pordenone - a chiamare i Carabinieri della Compagnia di Sacile (Pordenone) che, nel giro di pochi minuti, sono giunti sul posto.  Non si è riusciti a sapere se, oltre ai numeri di targa e al modello dell'automobile che si allontanava, il testimone è riuscito a vedere anche l'assassino.  Gli elementi forniti dal testimone e le dichiarazioni rese immediatamente dal fidanzato di Sanaa hanno comunque consentito ai Carabinieri di risalire al padre della ragazza, raggiunto e fermato nella sua abitazione a Piezzo di Azzano Decimo (Pordenone) poco dopo l'omicidio. «Gli immigrati devono accettare la nostra cultura» – «L'immigrato che arriva in Italia deve accettare e assimilare la nostra cultura, le nostre tradizioni e soprattutto le nostre leggi. Chi non accetta queste condizioni deve essere allontanato dall'Italia», è stato il commento del vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Luca Siriani. «Ci deve essere la condanna più ferma e più dura possibile - prosegue l'esponente del Pdl - per l'autore di questo brutale assassinio. Sanaa è stata derubata non solo della vita ma anche del sogno di costruirsi un futuro in Italia, di abbracciare la nostra cultura, di sfuggire a logiche barbare e medioevali che ancora pervadono alcune interpretazioni della religione islamica». Carfagna: «Sarò parte civile» - Il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna si costituirà parte civile nel processo per l' omicidio di Sanaa Dafani, la giovane marocchina uccisa ieri sera perchè avrebbe voluto convivere con un italiano. Lo ha annunciato lo stesso ministro. Anche la Regione Friuli Venezia Giulia ha annunciato che si costituirà parte civile. «No a strumentalizzazioni» – La Diocesi e l'Imam di Pordenone hanno lanciato lo stesso appello dopo l'omicidio: i giovani immigrati cercano l'integrazione, evitiamo guerre di religione e valorizziamo tutti i momenti di incontro. Il delitto di Sanaa - dicono l'Iman di Pordenone, Mohamed Ovatiq, e il direttore del settimanale diocesano ''Il Popolo'', don Bruno Cescon – non sia strumentalizzato, non sia terreno di scontro, ma una lezione per tutti. Né l'Islam, né alcuna religione possono giustificare l'omicidio - affermano - non possono esserci motivi religiosi dietro gesti come questo, ma solo violenza. Secondo l'Iman Ovatiq, per la morte di Sanaa «non si può colpevolizzare l'Islam. Questa - aggiunge con tono fermo – è una tragedia dettata dall'ignoranza. L'omicidio è ingiustificabile, inaccettabile».

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