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Bagnasco: crisi e mala politica

frutto della mancanza di etica

Albina Perri
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  L'occasione era quella di una lectio magistralis sull'ultima enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in veritate”. Ma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha preso spunto per parlare anche della situazione politica italiana e di alcuni temi etici come aborto ed eutanasia. «Taluni fenomeni di degrado politico cui assistiamo oggi – ha detto Bagnasco sabato a Genova – e che rivelano mancanza di progettualità e resa ad interessi di corto respiro così come recenti episodi di abbrutimento finanziario che hanno portato al collasso del sistema economico, colpendo le fasce più deboli dei risparmiatori confermano che l'etica sociale si regge soltanto sulla base della qualità delle singole persone». Bagnasco ha poi citato un passaggio del documento di Ratzinger secondo cui «lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle coscienze l'appello del bene comune». «Politica miope sulla famiglia» – Poi l'attacco alla politica incapace di fare politiche efficaci a sostegno della famiglia. «Aver sottovalutato l'impatto della famiglia sul piano sociale ed economico riconducendola ad una questione privata, quando non addirittura ad un retaggio culturale del passato – ha affermato Bagnasco – è stata una miopia di cui oggi pagano le conseguenze soprattutto generazioni più giovani, sempre meno numerose ed importanti». Poi una stoccata a quanti, media in testa, enfatizzano fin troppo il profilo “verde” ed “ecologista” del pontificato ratzingeriano: «L'eugenetica è molto più preoccupante della perdita della biodiversità nell'ecosistema», ha precisato Bagnasco, così come «l'aborto e l'eutanasia corrodono il senso della legge e impediscono all'origine l'accoglienza dei più deboli, rappresentando una ferita alla comunità umana dalle enormi conseguenze di degrado». Secondo Bagnasco, il fatto che l'attenzione del Papa per il tema dell'ecologia abbia colpito la pubblica opinione «può rappresentare una sorta di controprova sperimentale della validità della lettura dello “sviluppo integrale”, che Benedetto XVI propone a tutti gli uomini di buona volontà, sulla scia della grande intuizione della Populorum progressio di Paolo VI», con l'esortazione a «difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti» ma a «proteggere soprattutto l'uomo contro la distruzione di se stesso».  

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