Maroni: immigrazione, la Ue nullafacente
Sei donne e un consigliere Prc fischiano
C'erano sette gatte a fischiare Maroni all'Università Cattolica di Milano, per la seconda conferenza sull'immigrazione. Il ministro è stato contestato da un gruppetto di scalmanate che urlavano "basta respingimenti": tra loro, un consigliere comunale di Milano del Prc, Patrizia Quartieri.Tutta qui la "contestazione" che ha scosso tanto la Repubblica da dedicarle sul sito online il corposo titolone d'apertura. Il ministro Maroni nel suo intervento ha detto che «la Commissione Europea ha agito poco e male». In materia di immigrazione, ha detto il ministro, «l'Unione europea ha sempre avuto una voce flebile e poco autorevole, lasciando ai singoli Paesi l'onere di gestire per conto loro la questione». Così «i paesi di confine - ha proseguito - hanno dovuto definire politiche nazionali inefficaci e sempre in ritardo di fronte a un fenomeno in crescita». «Ma soprattutto, ed è più grave - ha aggiunto - in competizione fra loro». Sono tre, secondo il ministro, le criticità nell'affrontare la questione dell'immigrazione: il problema dei minori non accompagnati, quello della collaborazione con Regioni e enti locali e soprattutto quello dell'Europa. «Bisogna trovare una soluzione globale - ha detto - a problemi locali. L'Unione invece ha trovato soluzioni locali a problemi globali: il problema dell'immigrazione è di tutta Europa». Con politiche diverse in ogni nazione, infatti, si rischia di spostare i flussi da un Paese all'altro. «Il ruolo dell'Unione europea - ha sottolineato Maroni - è fondamentale per contrastare all'origine l'aumento dei flussi dell'immigrazione clandestina». In generale, invece la commissione sull'immigrazione non ha svolto «un ruolo proattivo» e questo non solo nella lotta agli ingressi degli irregolari ma nemmeno nella creazione di un progetto di modello sociale europeo nè «sul fronte dei rifugiati, richiedenti asilo o chi chiede protezione internazionale». La Spagna con Maroni- Il problema dell'immigrazione non è dell'Italia o della Spagna ma di tutta l'Europa e quindi l'Unione Europea «deve farsene carico». Antonio Camacho Vizcaino, sottosegretario spagnolo dell'Interno, su questo condivide l'opinione di Giuliano Amato e di Roberto Maroni. Alla seconda conferenza sull'immigrazione, Camacho Vizcaino ha spiegato che «Italia e Spagna sono le frontiere meridionali di un'Europa che deve essere unita e non deve pensare che l'immigrazione sia solo un problema dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo». «L'Unione Europea - ha sottolineato - deve farsi carico di questo problema e assumersi le proprie responsabilità». Nel primo semestre del 2010, Madrid prenderà la presidenza europea e Maroni ha detto di essere «certo che la Spagna nella gestione del problema coinvolgerà tutti i Paesi come Unione e non come 27 Stati ciascuno con una politica diversa».