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Coronavirus, il mistero dell'ospedale contagiato di Alzano: “È rimasto chiuso qualche ora, ma poi fu riaperto inspiegabilmente"

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Una tragedia terrificante quella di Alzano, piccolo paesino della bergamasca martoriato dal coronavirus. Una tragedia che si infittisce di giallo. A rivelare quanto accaduto nella mattinata del 23 febbraio, giorno del primo contagio, è il sindaco Camillo Bertocchi. "Cosa sia successo dentro l'ospedale Pesenti Fenaroli quel giorno per me resta un mistero", confessa il primo cittadino, che in tutto questo tempo ha provato a contattare i vertici del nosocomio. "Nessuno ci ha degnati di una spiegazione. L'unica cosa che ci fu detta, quando venimmo convocati in Regione, è che c'erano questi due contagi". Le ricerche degli epidemiologi - spiega La Stampa - dimostrerebbero che al "Pesenti Fenaroli" quel pomeriggio vennero accertati due casi positivi. Tanto che la struttura fu chiusa per qualche ora perché almeno uno dei due era passato dal pronto soccorso. Poi, senza che nessuno sappia spiegare il perché, nell'arco di poche ore venne riaperta

A confermare che qualcosa lì dentro andò storto è anche Marco Rizzi, direttore dell'unità di Malattie Infettive dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. "Sappiamo per certo che una delle principali cause della situazione bergamasca è da cercare dentro l'ospedale di Alzano, che dai primissimi giorni ha avuto un numero elevato di operatori e pazienti contagiati. Molti si sono spostati e hanno fatto sì che il virus rimbalzasse dalla Val Seriana alla Val Brembana. E poi in tutta la provincia". E ancora: "Le ricerche dicono che il coronavirus girava già a inizio anno. Ma nessuno all'epoca pensava al Covid19, per tutti era una questione solo della Cina. Ma così non è andata". E i numeri gli danno ragione.

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