Fini bacchetta i partiti
e boccia le gabbie salariali
Dirlo a nuora, cioè a tutti, perché suocera, cioè Silvio Berlusconi, intenda. È l'ultima tattica di Gianfranco Fini chesabato, a Torino, ha criticato i partiti, perché ormai «inadeguati adaffrontare il futuro del Paese», soprattutto se continua l'andazzoattuale, ossia la «propaganda e la mancanza di democrazia interna».Proprio quello che, a detta di Fini, sta avvenendo nel PdL. «Oggii partiti assomigliano a cartelli elettorali più che a luoghi in cuiaffrontare il futuro del Paese e se continueranno ad essere luoghideputati alla propaganda e non troveranno forme di democrazia interna,le fondazioni continueranno ad avere un ruolo rilevante per la crescitadella Politica». Queste le parole del presidente della Camera,Gianfranco Fini, che sabato ha partecipato ad una tavola rotondaall'Università di Torino sulla figura di Ugo Spagnoli, deputato per 22anni del Pci e giudice della Corte costituzionale. Sottolineando,poi, che «i partiti, che restano elementi essenziali di una democrazia,saranno sempre più lontani da quella connotazione più o meno ideologicache hanno avuto in passato», Fini ha aggiunto: «In questa sorta diordalia che è il confronto politico parlamentare, non ci sono grandimomenti di dibattico pacato, proiettato in avanti. I partiti sonoinadeguati rispetto a questa sfida mentre le fondazioni non dico chesono la soluzione, ma possono essere una buona risposta ed essere ancheserbatoio della futura classe dirigente» Per il presidentedella Camera, dunque, dialogare tra le fondazioni «non significa fareinciucio», ma anzi non trova nulla da ridire se «attraverso lefondazioni si riesce a dar vita a una sorta di “reserve de larepublique”. Una volta c'erano i partiti ora abbiamo girato pagina, èinutile rimpiangere il passato bisogna cercare di utilizzare glistrumenti del presente per migliorare il futuro. In attesa che in unamigliore democrazia ci sia anche una migliore democrazia dei partiti,le fondazioni possono sopperire ad alcune lacune» . Alla festa del PdL: "No alle gabbie salariali" - Sabato pomeriggio, invece, Fini ha partecipato ad una tavola rotonda sui temi dell'economia alla festa del Pdl a Milano e lì, spogliandosi della veste istituzionale, ha “bocciato” la proposta della Lega Nord di reintrodurre le gabbie salariali. «Altro che gabbie salariali, bisogna legare lo stipendio alla produttività», ha detto l'ex leader di An, che poi ha aggiunto: «Lasciate che mi spogli per un attimo della veste di presidente della Camera. Quanta gioia per una parte politica sentire che non è la lotta di classe che determina la dialettica dell'economia ma la concordia tra capitale e lavoro». E ha concluso: «Quanti ricordi anche alle affermazioni di Tremonti che ha detto che bisogna prevedere forme affinché gli utili aziendali possano essere a beneficio dei lavoratori. "Sull'immigrazione non accetto le scomuniche dei giornali" - «Non accetto scomuniche preventive da organi di giornali». Così il presidente della Camera al termine di un dibattito durante la festa del Pdl dopo aver parlato di immigrazione e riferendosi a quanto comparso su alcuni organi di stampa nei giorni scorsi circa la sua posizione in tema di immigrazione. Poco prima aveva nuovamente spiegato le sue posizioni in tema di immigrazione e cittadinanza agli stranieri: «L'Italia è degli italiani - prosegue Fini - e se qualcuno pensa che io non lo creda è un problema suo. Ma è anche di tutti coloro che dimostrano di amarla. Ci sono 4 milioni di stranieri in Italia e non è un'eresia pensare di garantire loro la cittadinanza se dimostrano di parlare bene la nostra lingua, conoscere la nostra storia, sapere che Trieste e più a nord di Palermo, giurare fedeltà ai valori della Costituzione e servire la nostra Patria con le armi». Tremonti: "Posizioni di Fini generose e coraggiose" - «L'ho sempre pensato, e da ultimo lo penso ancora di più, che le posizioni di Fini su questo argomento siano generose e coraggiose e che ne dobbiamo discutere, devono essere oggetto di un dibattito pubblico». A dirlo è il ministro dell'Economia Giulio Tremonti che così ha commentato le parole del presidente della Camera Gianfranco Fini sull'immigrazione. Tremonti e Fini stanno partecipando insieme ad un dibattito alla prima festa nazionale del Pdl. «In queste vicende però è decisivo il fattore tempo, la cosa giusta nel tempo sbagliato può diventare sbagliata. Bisogna stare attenti a non perdere l'identità nazionale come ad esempio sta accadendo in Olanda. Ci sono paesi del Nord Europa dove la maggioranza nelle città non è più quella storica, ci sono nuove maggioranze di cittadini e la maggioranza storica rimane solo nelle campagne», ha concluso Tremonti.