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Coronavirus, l'Italia sovrastima il numero di guariti: l'allarme del Gimbe e le richieste a Borrelli e Speranza

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La fondazione Gimbe vuole vederci chiaro sul numero dei guariti, sovrastimato dalla Protezione civile e dal ministero della Salute. L’Italia è ancora nel pieno dell’emergenza coronavirus, nonostante gli ultimi bollettini siano stati percepiti abbastanza positivamente e con fiducia dalla popolazione. Gimbe chiede però che le cose vengano fatte per bene: vanno esclusi dal conteggio dei dimessi/guariti i casi con status di guarigione non noto e devono essere distinte le guarigioni cliniche da quelle virologiche.

 

 

Con l’aiuto di Youtrend, Gimbe ha analizzato i dati di otto regioni e ha puntato l’attenzione sul fatto che, nella comunicazione pubblica, la categoria dei dimessi/guariti viene fatta coincidere con le guarigioni: ciò ha conseguenze importanti sulle scelte di contenimento e sulla percezione pubblica dell’epidemia. “Emblematico è il caso della Lombardia - ha spiegato il presidente Nino Cartabellotta a Il Sole 24 Ore - a ieri 11.415 pazienti dimessi di cui non si conosce lo stato clinico confluiscono nel dato nazionale dimessi/guariti, dove costituiscono il 68%, sovrastimando il tasso di guarigione. Questa classificazione - ha aggiunto - mira a distinguere i casi attivi da quelli chiusi, ovvero i deceduti e i guariti che non possono contagiare altre persone. Il numero dei casi attivi influenza sia le decisioni sanitarie per contenere l’epidemia, sai quelle politiche per l’eventuale rimodulazione delle misure di distanziamento sociale”. 

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