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Coronavirus, la "fase 2": il terrore delle festività e lo spettro del 16 maggio, come funzionerà la riapertura

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Il coronavirus ha rallentato, ma è ben lontano dall’essere sconfitto. L’Italia deve però fare i conti con la percezione errata del problema: tante, troppe persone si stanno riversando in strada pensando che il peggio sia alle spalle, ma gli oltre 700 morti di media degli ultimi giorni dovrebbero bastare per comprendere quanto ancora sia delicata la situazione. Purtroppo non è così ed è per questo che l’Italia non può ancora riaprire: basti pensare che negli ultimi due giorni, tra multe e denunce, sono oltre 15mila le persone che hanno violato le restrizioni senza avere alcun valido motivo.

Davanti c'è una serie di festività che può risultare fatale e che quindi suggerisce grande cautela: il premier Giuseppe Conte ha annunciato la fase 2 dell’emergenza, ovvero quella della riapertura graduale. Una prova che il governo non può assolutamente sbagliare, altrimenti il rischio è di tornare al punto di partenza: il decreto attualmente in vigore scadrà il 13 aprile e nel frattempo verranno rinforzati i controlli nel periodo di Pasqua. Subito dopo arriveranno le prime autorizzazioni per le aziende che supportano la filiera alimentare e quella farmaceutica, poi dal 3 maggio dovrebbe avvenire un’apertura scaglionata di tutte le altre attività, che ovviamente dovranno imparare a convivere con il virus ed a rispettare minuziosamente le regole base per evitare il contagio (mascherine e distanza sociale).

 

 

Sostanzialmente quindi l’Italia rimarrà il più possibile chiusa fino a maggio - magari fino al 16 maggio evocato da Angelo Borrelli -, in modo da evitare i grandi assembramenti durante le festività del 25 aprile e del 1 maggio, che potrebbero risultare catastrofici considerata la voglia delle persone di uscire di casa. Ma paradossalmente proprio adesso che l’Italia sta attraversando un trend positivo ed inizia a vedere la luce in fondo al tunnel del virus, è più che mai fondamentale tenere dritta la linea. È impensabile riaprire gradualmente già nel mese di aprile, facendo affidamento sul senso di responsabilità che in molti hanno dimostrato di non avere: a mali estremi… 

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