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Coronavirus, cento immigrati si infettano nel centro profughi e vanno a lavorare nelle coop

Alessandro Gonzato
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Altro che sanatoria per gli immigrati irregolari: urgono controlli sanitari, possibilmente a tappeto, per evitare che tra di loro scoppino focolai incontrollabili. Non ci sono tamponi a sufficienza? Il governo li trovi: d'altronde, a febbraio, Winston Conte aveva assicurato che era prontissimo ad affrontare il virus.
Ora, approfittando dell'emergenza aggravata dallo stesso governo, la sinistra spinge per regolarizzare 600mila clandestini con la scusa di farli andare a lavorare nei campi per salvare l'agricoltura che lei stessa ha messo in ginocchio.

L'ha proposto il ministro competente, la renziana Bellanova. Dem e 5 Stelle sono d' accordo. Per l'ex ministro montiano all'Integrazione, Riccardi - che approfittando del Covid vorrebbe dare permessi temporanei a tutti - «c'è gente che vive ai margini e potrebbe alimentare nuove infezioni». Giusto. Peccato però che anche chi per gentile concessione delle nostre tasche non vive ai margini già da un pezzo, come le migliaia di profughi alloggiati negli hotel, abbia provveduto ad alimentare l'epidemia fregandosene delle regole che invece costringono la stragrande maggioranza degli italiani agli arresti domiciliari.

A Verona, all' ex hotel Monaco - convertito in un centro d'accoglienza per richiedenti di protezione internazionale - 100 dei 140 ospiti extracomunitari, il 70%, sono affetti da Corona. Quasi tutti erano asintomatici. Solo due avevano la febbre, tra cui un pakistano sottoposto al test il cui esito è stato positivo. Se il giovane non avesse lamentato il malessere, cosa che ha fatto allarmare la cooperativa che gestisce la struttura, gli immigrati (la maggior parte pakistani e nigeriani) avrebbero continuato a entrare e uscire come nulla fosse dato che a nessuno era stato fatto il tampone.

FEBBRI SOSPETTE
La legge, inoltre, prevede che dopo due mesi dalla richiesta d'asilo lo straniero possa andare a lavorare, e molti di quelli alloggiati nell'ex albergo lavorano tramite coop. Volevano continuare a farlo, andando in giro per la città liberamente, senza neanche aspettare la comunicazione dei risultati dei test, fatto che ha costretto i responsabili del centro a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine. Adesso l'entrata è presidiata da alcune camionette della polizia e dei carabinieri. Polizia e carabinieri impediscono che 100 immigrati affetti dal virus scorrazzino per la città.

 

 

Episodi di questo tipo, soprattutto in realtà medio-piccole, contribuiscono a far schizzare il numero dei contagi: basti pensare che ieri mattina nell'intera provincia veronese i nuovi casi erano "solo" 77. «Questo» ha detto il sindaco di Verona Federico Sboarina «è un esempio degli elevati rischi di episodi di contagio all' interno delle comunità chiuse». C'è poi il caso del Selam Palace di Roma, un palazzone occupato abusivamente da 700 immigrati che ormai, dopo la conferma dei primi contagi, conta una ventina di nuovi episodi, forse molti di più.

Quanti stranieri ospitati nei centri d'accoglienza italiani sono stati sottoposti al tampone? Ecco, già sentiamo i soloni dell'informazione: ma Libero non aveva scritto che gli africani non si beccano il Corona? No, zucche vuote. Libero aveva ospitato un intervento di Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano, il quale aveva constatato che in tutta la struttura non v'era un solo immigrato affetto da Covid e aveva avanzato l'ipotesi che certe etnie del continente nero siano più resistenti al virus. Su questa teoria, causa incompetenza tecnica, non possiamo esprimerci. Che gli ospedali in questo periodo siano sgombri o quasi di africani è invece un dato di fatto.

LO SPACCIO NON SI FERMA 
Un altro fatto è che la cronaca riporta quotidianamente episodi di extracomunitari che se ne sbattono della "quarantena" e nella migliore delle ipotesi bighellonano in città. Nella peggiore spacciano. La settimana scorsa, a Vicenza, due ragazzoni africani sono stati multati dai vigili perché andavano a zonzo: hanno strappato la contravvenzione e un paio d'ore dopo sono tornati per scagliare bottiglie di birra contro le finestre di chi li aveva filmati e avvertito la polizia. La sinistra vorrebbe metterli in regola e pagarli per raccogliere i pomodori. Noi, i pomodori (marci, ovviamente), li vorremmo lanciare a chi si ostina a prenderci per i fondelli.

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