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Coronavirus, gli anziani e lo strano aumento dei morti d'infarto: tutta colpa del lockdown

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Gli anziani sono la categoria più a rischio infezione da Covid-19, eppure il lockdown è il loro peggiore nemico. Lo sostiene la società dei geriatri italiani, secondo cui non è un caso che negli ultimi due mesi le morti per infarto siano aumentate del 40%: il protratto sconfinamento in casa riduce l’esercizio fisico, che è a tutti gli effetti un ‘farmaco salvavita’ negli anziani. Non sarebbe quindi la paura del contagio in ospedale o il venir meno della comune procedura d’assistenza a indebolire gli anziani, bensì la mancanza dell’esercizio, che ha un effetto anti-infiammatorio, migliora il metabolismo glucidico e ha ripercussioni favorevoli sua sull’umore che sulle capacità cognitive.

Per questo motivo la società dei geriatri ritiene illogico continuare a tenere gli anziani confinati in casa, come era stato invece consigliato dalla task force della fase 2, fermo restando il rispetto scrupoloso delle prescrizioni di protezione individuale. Inoltre i geriatri chiedono al governo e alle regioni di prevedere un sistema di monitoraggio degli anziani più a rischio, in modo da cogliere tempestivamente l’eventuale manifestazione del coronavirus e soprattutto prevenire l’aggravamento delle patologie croniche. 

 

 

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