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Omofobia, la Carfagna frena:

"Serve la legge, ma non oggi"

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Il disegnodi legge sull'omofobia non è così urgente. E per questo «non verrà presentatooggi in Consiglio dei ministri». Lo annuncia il ministro per le PariOpportunità, Mara Carfagna, nelcorso della 'Telefonata' con Maurizio Belpietro su Canale 5. «Credo che su untema così complesso - aggiunge la Carfagna - ci sia bisogno di una riflessione più ampia. Adogni modo il disegno di legge non potrebbe comunque arrivare all'esame delleCamere, perché dopo la questione di pregiudizialità che è stata accolta dallaCamera dei deputati bisogna aspettare sei mesi prima di poter discutere dellostesso argomento». «Io potrei presentarlo anche oggi in Consiglio dei ministri- aggiunge il ministro - ma poi il problema è che per presentarlo alle Camerebisogna aspettare sei mesi». La titolare delle Pari Opportunità si dice quindi«dell'idea che questo tempo vada impiegato per fare una riflessione più ampiaall'interno della stessa maggioranza per cercare di arrivare a una posizionequanto più possibile condivisa». Ilministro commenta le polemiche scoppiate in seguito alla bocciatura del disegnodi legge, avvenuta due giorni fa: «Su un tema come questo è normale che cisiano diverse posizioni, che le diverse anime del PdL, un partito cherappresenta oltre il 40 per cento degli italiani si facciano sentire magarianche con posizioni e idee diverse. Credo sia opportuno parlarne - aggiunge - ecercare la soluzione migliore, quella che non solo metta d'accordo tuttiall'interno della maggioranza o quasi tutti, ma anche naturalmente quellamigliore da un punto di vista tecnico-legislativo visto che la Commissione Affaricostituzionali aveva espresso dei rilievi riguardo alla norma che è stata poibocciata dall'aula pochi giorni fa». Su questa legge, spiega la Carfagna, all'interno delPdL, «è possibile che ci sia chi non è d'accordo», ma sul principio, aggiunge,«siamo tutti d'accordo». Quanto alle possibili soluzioni legislative, «Mi eropermessa di indicare all'Aula un'altra strada da percorrere, quella delTrattato di Lisbona, che è stato ratificato dal nostro Parlamento». Il Trattatoprevede di predisporre azioni concrete per contrastare le discriminazionifondate sulla razza, la religione, sull'orientamento sessuale, sull'età, sulladisabilità e sul sesso. Adesso l'origine etnica e la religione sono giàpreviste nella Legge Mancino come aggravanti. Restano le altre tre come fattoridiscriminanti. La Carfagna sostiene quindi l'importanza divarare una legge che riguardi «tutti. È proprio questo il principio chevorremmo seguire per non escludere quelle categorie che comunque per la loroimpossibilità magari di difendersi come gli altri sono più a rischio rispettoad altri. Ed è importante anche agire sulla cultura dell'intolleranza edell'odio». Bufera nel Pd - È ancora bufera nel Pd su Paola Binetti. Il giorno dopo l'affossamento del provvedimento contro l'omofobia, nel partito c'è aria di tempesta e addirittura si paventa il rischio di un'espulsione, che sarebbe clamorosa, della deputata teodem. Il segretario Dario Franceschini ha detto senza mezzi termini: "Il voto espresso ieri alla Camera da Binetti deve far riflettere sulla sua stessa permanenza nel Pd, ma non sono io a poter decidere: il segretario del partito non ha questi poteri. Credo che questi non siano temi su cui ci possa essere libertà di coscienza. Sono chiamati in causa i valori fondativi, l'idea stessa del Pd". Oggi il capogruppo alla Camera, Antonello Soro, gli ha fatto eco: "Dovrebbe andar via. In ogni caso, siccome ci sono anche aspetti formali, lo valuteremo nel gruppo e nel partito in questi giorni". Paola Concia, che era relatrice di quella proposta di legge, è ancora infuriata e chiede al Pd un chiarimento: "O resto io o la Binetti; non puo' esserci libertà di coscienza sul rispetto dei diritti e della dignità umana. Lo dico a Paola Binetti: nessuno ti punta una pistola alla testa per stare nel Pd, devi condividere i valori fondamentali del partito, devi essere tu a prenderne atto. Vai in un posto dove ti senti più a tuo agio, voti più con l'Udc che con noi...". Ma Binetti ha subito smentito: "assolutamente, è una delle poche cose di cui sono sicura" ha detto. "Aspetto di vedere cosa sarà il Pd dopo le primarie, e in particolare come agirà il nuovo segretario di fronte alle diversità all'interno del partito". Binetti ha dichiarato comunque di non sentirsi a disagio ma, ha aggiunto, "penso che il Pd debba rivedere il modo in cui si prendono le decisioni". Tra l'altro, proprio per la reazione dura di Franceschini e "più equilibrata" di Bersani, la deputata teodem ha annunciato che probabilmente voterà per Bersani alle primarie del 25 ottobre. E il diretto interessato commenta così: "Chi vota per me, sa che questo significherebbe accettare le regole: io nell'organismo statutario sarei chiaro, sarebbe la prima cosa che farei, indicherei quali sono le materie su cui ci può essere libertà di coscienza e tutte le altre su cui vige la disciplina di partito". E il provvedimento di ieri contro l'omofobia rientra tra i casi di coscienza? "A mio giudizio no" risponde netto. Contrario all'ipotesi di un'espulsione della Binetti, invece, è Beppe Fioroni per il quale sarebbe un errore: "La forza delle idee non si tutela espellendo chi ha idee diverse ma confrontandosi nel totale rispetto della dignità della persona che condivide con noi più del 90% delle idee". Sui tempi, secondo quanto si apprende, l'orientamento in realtà sarebbe di aspettare l'esito delle primarie e affrontare la questione soltanto successivamente. Anche se la Concia insiste perchè si agisca subito. GayLib: "Ora speriamo nel ministro Carfagna" - Ma le polemiche dopo la bocciatura della legge anti-omofobia non c'è solo nel Pd. Particolarmente accesa la presa di posizione di GayLib,l'associazione di gay e trans di centrodestra: “La bocciatura della legge haavuto la regia del Partito Democratico”, accusano da GayLib, che affida leproprie speranze all'azione “annunciata dal ministro per le Pari opportunitàMara Carfagna, ovvero di presentare al Consiglio dei ministri una proposta dilegge contro le discriminazioni che si rifaccia al Trattato di Lisbona. Quantopromesso dalla Carfagna - si legge in un comunicato del consiglio direttivodell'associazione - va nella direzione giusta e, a differenza della proposta dilegge affossata in Parlamento, prende in considerazione anche lediscriminazioni rivolte a persone con differenza di genere e siamo entusiastiche tale attenzione arrivi proprio dalla nostra area politica, segno - sisottolinea - di un cambiamento e di una modernizzazione in corso”. Promettendoal ministro il massimo sostegno, GayLib auspica “che il Governo faccia suoun provvedimento che cancelli quanto di vergognoso è avvenuto alla camera,perché oggi è stata scritta una delle pagine più oscurantiste nei confrontidelle donne e degli uomini del nostro Paese”. Onu: passo indietro dell'Italia sui gay - Sulla querelle è intervenuta mercoledì anche l'Onu. Lo stop alla legge sull'omofobia giunto ieri dal Parlamento italiano "èun passo indietro" per i diritti di gay e lesbiche. Intervenendo aBruxelles alla presentazione del nuovo ufficio dell'Onu per i dirittiumani presso la Ue, l'alto commissario delle Nazioni Unite Navi Pillay ha infattiavanzato la necessità di garantire "ovunque la piena protezione" degliomosessuali. Rispondendo a una domanda sull'Italia nel corso di unaconferenza stampa, la Pillay ha, quindi, spiegato che "l'omosessualitàe gli omosessuali vengono criminalizzati in alcuni Paesi. "Non possiamoignorare che i gruppi minoritari e tra loro gli omosessuali sonosoggetti non solo a violenza - ha poi concluso l'alto commisario delleNazioni Unite - ma a discriminazioni in diversi aspetti della lorovita". La legge affossata - L'Aula della Camera ha ''affossato'' il testo Concia sull'omofobia. L'Assemblea di Montecitorio ha infatti approvato la questione pregiudiziale avanzata dall'Udc (che ha ritirato l'iniziale richiesta di voto segreto) anche con i voti del Pdl e della Lega. Pd e Idv hanno invece votato contro. Poco prima la maggioranza era andata sotto in Aula alla Camera sulla richiesta di rinviare in Commissione il testo sull'omofobia, la cosiddetta “Legge Concia”, proposta avanzata dal presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno. La prosecuzione dell'esame del provvedimento è arrivata a sorpresa: contro la proposta di rinvio in commissione avanzata dalla Bongiorno si erano espresse Pd e Idv (come inizialmente annunciato), ma anche numerosi deputati del Pdl. Durante la votazione, rimasta aperta per parecchio, si sono registrati numerosi battibecchi. Binetti si difende: "Testo ambiguo" - ''La formulazione dell'emendamento era ambiguo. Il mio voto è in continuità con quello che avevo espresso due anni fa in Senato sullo stesso argomento”. Cosi' la deputata del Pd Paola Binetti ha replicato in Transatlantico  alla dichiarazioni del segretario del Pd Dario Franceschini  ''Io - dice - sono però sbalordita perchè speravo che il testo potesse essere rinviato in commissione in modo che fosse riformulato in modo che ci fosse una separazione netta tra il no alla violenz e la libertà di espressione”. Per la Binetti, infatti, l'emendamento rischiava di ''indurre in reato chi la pensa in modo diverso, ad esempio, rivendicare la superiorità del matrimonio.Quanto a Franceschini, ''lo capisco - aggiunge - io però non valuto questo voto in chiave di opportunità politica, ma in rappresentanza di un valore e di un modello di società. Io sono contraria a qualsiasi forma di violenza, ma questo emendamento lasciava la porta aperta ad interpretazioni ambigue che potevano configurare il reato di omofobia anche per opinioni diversè'

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