Primi guai per Bersani
Rutelli saluta: vado con Casini
Lavittoria di domenica di Pierluigi Bersani alle primarie del Pd riapre igiochi in vista delle alleanze mentre è data per imminente la partenza di FrancescoRutelli che al progetto del Pd non ha mai creduto. "Deve formarsi unaforza nuova – ha detto l'ex leader della Margherita, intervistato da BrunoVespa per il suo nuovo libro – per favorire aggregazioni che nascano da questacrisi, un confronto tra moderati del centrodestra e democratico-riformisti delcentrosinistra". Alla domanda di Vespa se andrà con Casini, Rutelli harisposto: "Non subito e non solo". A Rutelli non piace losbilanciamento verso sinistra del partito: ''Mentre Berlusconi detta l'agendaal Paese, nel nostro campo da un lato i moderati sono sempre più attratti daCasini e dall'altro guardano a Di Pietro, che batte solo su un punto‘Berlusconi è un mascalzone', e se incontra sulla propria strada il presidentedella Repubblica, non risparmia neppure lui. Per riparare, il Pd si sbilancia asinistra, e così peggiora la situazione, si isola", ha spiegato, "Unascelta ancora più assurda nel momento in cui il centrodestra si sbilancia adestra a favore di Bossi, Fini è in grandissima difficoltà e il terrenocompetitivo diventa quello moderato. È incredibile che il Pd si costruiscaradici socialiste con un quarto di secolo di ritardo e molta sinistra è andataa destra. Per essere riformisti, insomma non bisogna stare necessariamente nelPd. A destra ci sono socialisti come lo stesso Berlusconi, Tremonti, Brunetta.Frattini è diventato socialista venendo dal “Manifesto”. Bondi era comunista.Maroni viene addirittura da Democrazia Proletaria…..". E mentre Rutelli promette di spiccare il volo verso altri lidi, Bersani nonrimane a guardare, e gli propone una sfida. Da combattere insieme: “La prova diieri è stata inequivocabile: abbiamo avuto una spinta, un incoraggiamentoformidabile e inaspettato sia dagli iscritti, dai militanti e daicittadini". È "indiscutibile", rimarca il neo segretario del Pd,che "chi ha partecipato alle primarie”, è ha quindi pagato 2 euro, “hafiducia nel progetto del fiducia che è un partito nuovo e non un partitovecchio. Non credo - ha, infine, concluso Bersani, rivolgendosi a Rutelli - chequalcuno voglia sottrarsi a questa sfida". L'alleanzacon Di Pietro –E il messaggio netto dal leader Idv, AntonioDi Pietro, al neosegretario del Partito democratico, non si è fattoattendere: il suo partito rompa tutti i ponti con Berlusconi e costruiscaun'alleanza per l'alternativa con l'Italia dei valori. "Bersani dimostriquello che vuole fare: se mettersi a dialogare con noi o con Berlusconi",ha avvertito l'ex pm, che ha poi aggiunto: "Da questa scelta dipenderà ilfuturo dell'alleanza, che noi ci auguriamo ci sia e sia a 360 gradi". DiPietro ha fatto sapere che l'Idv vuole "un'alternativa di governo anchecon il Pd, se il Pd si libera di zavorre, lacci e lacciuoli, che finora hannoimpedito di esplicare al massimo il loro lavoro". "Il Pd - haconcluso Di Pietro - deve capire una volta per tutte che Berlusconi vacombattuto e non assecondato come finora hanno fatto". Per le prossimeregionali contano "programma" e, soprattutto "candidature: postoper posto, consiglio regionale per consiglio regionale". "Perché nonci si sposa al buio e di questi tempi - ha ironizzato Di Pietro - è bene saperecon chi vai". Alle primarie trionfa Bersani - Franceschini silurato. Via all'eraBersani. Il Pd ha il suo nuovo leader, quello della bocciofila. Nuovo per mododi dire, trattandosi di Bersani. Già ministro e parlamentare europeo, Bersani èin politica da una vita, uomo di partito più di chiunque altro. «Farò illeader, ma lo farò a modo mio», ha detto appena saputo che la base del Pd avevascelto lui e rispedito al mittente Franceschini. Al comitato, in piazza SS.Apostoli, Bersani ha aspettato le proiezioni con Massimo D'Alema, Enrico Lettae Rosy Bindi. E quando, poco più di un'ora dopo la chiusura dei seggi, i datilo davano sopra il 50%, è scattato il brindisi. «Abbiamo fatto un ottimo lavoroe pochi errori, ora ricordiamoci che da oggi portiamo in giro la mia faccia», èstato l'invito alla buona politica rivolta ai più stretti collaboratori.Franceschini ha abbozzato e gli ha reso l'onore delle armi. Una telefonatacordiale, seguita da un incontro di 15 minuti nella sede del partito prima dipresentarsi alle telecamere. Franceschini: "Vittoria di tutti" - «È una vittoria ditutti e nella vittoria di tutti c'è la mia vittoria», sono le prime marzullianeparole rivolte a chi, fino alla fine, ha espresso la sua estraneità e dubbi nelcaso in cui il partito virasse a sinistra. Poi però Bersani ha indicato subitola rotta in una direzione diversa dal passato: «Farò il leader del Pd, ma lofarò a modo mio. Non il partito di un uomo solo ma un collettivo diprotagonisti», ha annunciato richiamando il modello del partito bocciofila,radicato e popolare. Così come è subito archiviata la vocazione maggioritaria:«Il Pd deve essere il partito dell'alternativa più che dell'opposizione» èl'annuncio che prelude alla priorità di avviare da subito il confronto con leopposizioni. Domani, come primo atto, l'ex ministro incontrerà i lavoratori diPrato. Poi si metterà al lavoro sulla squadra: l'esecutivo, la direzione, icapigruppo (Finocchiaro e Soro dovrebbero rimettere presto il mandato comesegno di rispetto al neosegretario). «Con Franceschini e Marino lavoreremoinsieme», è l'annuncio subito dopo la vittoria. Ma la collaborazione tra tutti,nelle intenzioni di Bersani, non deve tradursi in una trattativa estenuante tracapibastone e correnti. Per questo motivo l'ex diessino puntava alla vittoriasopra il 50% anche per togliersi quella patina, appiccicatagli dai rivali, diessere il candidato degli apparati e non del popolo delle primarie.