Marrazzo, dimissioni bluff
Storace: i conti non tornano
Per Piero Marrazzo la quiete non sembravoler arrivare. Momentaneamente archiviata la pratica ‘trans', ora l'expresidente della Regione Lazio è caduto nel vortice della questione ‘dimissionifarlocche'. Ossia: se Marrazzo si è dimesso, perché percepisce ancora lostipendio? Sull'argomento è intervenuto LucaPetrucci, avvocato dell'ex governatore laziale: «Per legge Piero Marrazzonon può abbandonare la giunta regionale, deve restare in carica come presidentedella giunta, ruolo che per funzione corrisponde alla carica di consigliereregionale. Marrazzo risulta essere, per la carica di presidente della giunta,il settantunesimo consigliere regionale - spiega Petrucci - se si dimette nonpuò essere sostituito da nessuno. Il presidente è obbligato a rimanere incarica fino alla proclamazione del nuovo presidente della giunta. QuindiMarrazzo non si può dimettere da consigliere regionale. E non può rinunciareallo stipendio ma destina parte delle indennità, circa 7000 euro, inbeneficenza». Sul tavolodella questione soldi è intervenuto anche il segretario de La Destra FrancescoStorace che ha sottolineato che Marrazzo «percepiva 20mila euro al mese,una cifra che mi ha incuriosito, visto che io ne guadagnavo di meno quandoguidavo la Regione Lazio. In quei 20mila euro al mese ce ne erano 3.000 cheincassava come presidente della Fondazione Tor Vergata, anche io ho ricopertoquel ruolo, ma senza percepire ne pretendere compensi». L'ex governatore delLazio ha attaccato Marrazzo sostenendo: «È un uomo senza scrupoli, prendevaquei soldi e andava a trans. È uno svergognato - ha aggiunto - ha fatto bene acoprirsi il volto uscendo dalla procura dopo l'ultima volta che è statointerrogato: non si faccia più vedere». E mentre Samuele Piccolo, vicepresidente delConsiglio comunale di Roma, auspica che si arrivi al più presto a sapere tuttala verità sulla questione – Marrazzo («Siamo di fronte ad una storia daicontorni nebulosi e che ogni giorno si arricchisce di particolari sempre piùinquietanti. Credo che in questa vicenda le abitudini sessuali dell'exgovernatore del Lazio siano la cosa meno importante - continua Piccolo -emergono, invece, inquietanti interrogativi su come sia stato gestito il denaropubblico e su contribuzioni doppie e forse non dovute che vanno chiariteimmediatamente come alcuni compensi dei quali forse l'ex presidente non avevadiritto. La verità è importante su questa vicenda - conclude Piccolo - Lapolitica ha bisogno di verità, i cittadini hanno diritto alla verità, quellaverità purtroppo troppo spesso negata quando riguarda uomini politici oprestati alla politica»), il senatore del Pdl, Andrea Augello ha comunicato che presenterà «un'interrogazioneindirizzata al ministro Sacconi e al viceministro Fazio per sapere per qualestravagante motivo in questi anni la Fondazione del Policlinico di Tor Vergata abbiaimplementato la retribuzione dell'ex presidente, Piero Marrazzo, di circa 70mila euro lordi l'anno. Nella fretta di giustificare il vorticoso giro didenaro che sta emergendo dall'inchiesta sul tentativo di estorsione ai dannidell'ex governatore, l'avvocato Petrucci - continua Augello - ha candidamente ammessoche Marrazzo percepiva un doppio stipendio: alla normale indennità, che gli eradovuta come presidente e consigliere regionale, ha aggiunto per anni quella dipresidente della Fondazione del Policlinico di Tor Vergata. Statuto alla mano,questo secondo incarico spetta di diritto al presidente della Regione, proprioper la funzione che ricopre e per la quale è già indennizzato, e non giustifical'erogazione di alcuna ulteriore indennità. Lo stesso vale per l'assessore allasanità. Infatti - spiega Augello -, nel Cda compare anche l'ex assessoreAugusto Battaglia, che non entrò in quel consesso per aver vinto un concorsopubblico, ma semplicemente come assessore in carica. Se l'avvocato Petrucci nonsta mentendo, e non avrebbe alcuna ragione di farlo, devo concludere che ilpresidente Marrazzo sia il primo nella storia delle Regione Lazio ad averricevuto un doppio stipendio per un incarico amministrativo derivante dalla suafunzione». «Devo anche concludere - aggiunge Augello - che lo stesso siaaccaduto con l'ex assessore Battaglia e che continui ad accadere nonostante nonsia più assessore. Ovviamente su questa vicenda bisogna fare chiarezza ed èopportuno che se ne occupi anche la Corte dei Conti». «A parte ogni considerazione sotto ilprofilo dell'opportunità nell'incamerare doppi stipendi in una Regionecommissariata per i debiti, si pone - conclude - un problema di legittimità sulquale bisognerà andare fino in fondo».