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Minzolini: torni l'immunità

Scontro con Garimberti e Cdr

Silvia Tironi
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L'uscitadel direttore del tg1 Augusto Minzolinisulla questione immunità non sono proprio piaciute al direttore generale dellaRai Paolo Garimberti. E neppure al comitato di redazione. «Ho già detto più volte quello chepenso degli editoriali nei Tg: repetita non iuvant», ha detto Garimberti. «Anche questa volta non siamo d'accordo - recita una nota del Cdr -. Anche questa volta il direttore ha schierato il Tg1 attraverso un editoriale sul contestato tema della riforma della giustizia sposando esplicitamente le posizioni della maggioranza di governo. Tanto più che - il caso Cosentino insegna - le norme sull'immunità parlamentare non sono state affatto abrogate per tutti i reati connessi all'esercizio delle funzioni politiche. Senza nulla togliere al diritto del direttore minzolini di esprimere il suo pensiero, ci preoccupa la caratterizzazione politica che la direzione sta imprimendo al Tg1. Uno strappo -conclude il Cdr- che contrasta conil ruolo di giornale istituzionale e non governativo caro a tutta la redazione, un ruolo che questo Cdr continuerà a difendere». Lunedì sera Minzolini hafirmato un editoriale sui temi della giustizia e dell'immunità parlamentare. Unacensura bella e buona della sinistra, tuona il portavoce nazionale del PdlDaniele Capezzone, secondo cui «la reazione immediata e virulenta, a più voci,della sinistra contro l'editoriale di ieri sera di Minzolini svela la voglia dicensura che abita nelle stanze dell'opposizione. Le stesse persone che hannoorganizzato, partecipato, esaltato, la manifestazione per la libertà di stampadi qualche settimana fa - aggiunge Capezzone - si sono prontamente schierateper l'imbavagliamento di un direttore libero. Sono i soliti vecchi vizi dellapeggiore politica».   L'editoriale - Un altro editoriale. Ed un'altrasalva di polemiche. Il direttore del Tg1 in video difende l'articolo 68 dellaCostituzione (ossia l'immunità parlamentare). Il tema - già lanciato daldirettore di Libero Maurizio Belpietro - nel giorno della richiesta di arrestoper il sottosegretario PdL all'Economia Nicola Cosentino, ha d'altronde una suarilevanza.  «Nella Carta», afferma il direttore del tg della prima retedella tv di Stato durante l'edizione delle 20 di ieri, «i padri costituenti -cioè i vari De Gasperi e Togliatti - inserirono l'istituto dell'immunitàparlamentare. Non lo fecero perché erano dei malandrini, come qualcuno diquesti tempi potrebbe anche arrivare a dire, ma perchè consideravano quellanorma necessaria per evitare che il potere giudiziario, forte della propriaautonomia, arrivasse a condizionare il potere politico. Insomma, l'immunitàparlamentare era uno dei fattori di garanzia per assicurare nella nostraCostituzione un equilibrio tra i poteri». Equilibrio che, da sedici anni a questa parte, è drasticamente venuto meno.«Dal 1993», prosegue Minzolini, «l'immunità è stata espunta dalla nostra cartaCostituzionale. Motivo? In quegli anni la classe politica e i partiti per viadi Tangentopoli  avevano perso la fiducia della gente e l'abolizionedell'immunità fu un modo per dimostrare che i costumi sarebbero cambiati.Quest'operazione mediatica si trasformò però nei fatti in una sorta di atto di sottomissionealla magistratura. Da allora i gruppi parlamentari sono affollati di magistratie ci sono partiti addirittura fondati da magistrati. Governi di destra e disinistra sono caduti sull'onda di inchieste della magistratura (primo governoBerlusconi e ultimo governo Prodi) e il Parlamento non è riuscito a mettere incantiere una riforma della giustizia. Ma a parte le conseguenze, l''abolizionedell'immunità parlamentare ha provocato un vulnus nella Costituzione. Si èrotto un equilibrio tra i poteri e non se ne è creato un altro. Ora c'è daauspicare che quel vulnus sia sanato». Più che a sanare il vulnus, però, l'opposizione pare interessata a caricare atesta bassa. La sigla del Tg1 è appena finita, quando sulle agenzie si scatenal'inferno. Arriva per prima Rosy Bindi: «Siamo esterrefatti», afferma laneo-presidentessa del Pd, «il direttore del Tg1 deve smettere di spiegare agliitaliani che il presidente del Consiglio ha ragione». Seguono a ruota BeppeGiulietti («Ormai il Tg1 è un foglio di partito»), Fabrizio Morri («Minzolinisposa posizioni oltranziste») e Vinicio Peluffo («Minzolini piega la Rai agli interessi diBerlusconi»). Dalla sponda PdL replica l'infaticabile Daniele Capezzone: «IlPd, attraverso la neopresidente Bindi, vorrebbe censurare e ridurre al silenzioMinzolini. Ma come? Fanno le manifestazioni per la libertà di informazione epoi tentano di imbavagliare un giornalista “colpevole” di essere libero? Il Pdnon perde il solito vizietto...».   Il nuovo scontro - Non è la prima volta che i duevengono ai ferri corti: lo scorso 3 ottobre Garimberti aveva definito«irrituale l'editoriale di Minzolini dedicato alla manifestazione sulla libertàdi informazione».

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