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Omicidio Meredith, Bongiorno:

"Ricostruzione incompiuta"

Eleonora Crisafulli
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Continua ilprocesso per l'omicidio di Meredith Kercher. L'avvocato Giulia Bongiorno,difensore di Raffaele Sollecito, pronuncia oggi la sua arringa davanti allaCorte d'assise di Perugia. Accanto a lei il giovane pugliese accusato deldelitto insieme ad Amanda Knox. Presenti nella sala degli Affreschi anche ilpadre di Sollecito, Francesco, e la sorella Vanessa e, accanto alla Bongiornol'altro difensore di Sollecito, l'avvocato Luca Maori. Laricostruzione accusatoria «ha il sapore dell'opera incompiuta dove manca laparte essenziale», ha detto la Bongiorno. Il legale ha sottolineato che manca infatti laprova della conoscenza tra il giovane e Rudy Guede: «È certo che i due non siconoscevano al momento del delitto. L'unico elemento che li lega è il capod'imputazione». Riferendosi a quella che ritiene l'incompiutezza dellaricostruzione accusatoria, il legale ha citato il verso di una canzone diSergio Endrigo: «Era una casa tanto carina ma senza tetto e senza cucina». Sollecitocontinua a essere presentato come vittima: «Era vicino alla laurea e coltivavai propri sogni ma ha inciampato in un'impronta che glieli ha strappati».Bongiorno ha quindi parlato dell'impronta insanguinata di scarpa trovataaccanto al cadavere della Kercher attribuita inizialmente a Sollecito ma poirivelatasi di Guede: «Raffaele - ha sottolineato il suo difensore - è statoincastrato sulla scena del delitto dall'impronta di scarpa, è andato in carcereper quell'impronta». L'avvocato ha poi sottolineato che la mattina del ritrovamentodel cadavere, il 2 novembre del 2007, «Sollecito ha dato l'allarme e ha attesogli inquirenti su un gradino davanti alla casa del delitto. Vi pare credibileche un assassino faccia questo?».

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