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Coronavirus, l'ipotesi di un coprifuoco "estremo": anticipato alle 20? Zone rosse e lockdown non bastano

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Il contagio da coronavirus galoppa. E con quello i ricoveri: i posti occupati in terapia intensiva, stando al bollettino del 4 marzo, sono 2.475, ma soprattutto in 24 ore si sono registrati 232 ingressi totali. Ci si avvicina pericolosamente alla soglia critica dei 3mila ricoveri in intensiva, che è considerata soglia di allarme. E ancora, la curva epidemiologica ha ripreso incrementi esponenziali: siamo ufficialmente alle prese con la terza ondata. E infatti le regioni tendono pericolosamente verso la zona rossa, verso il lockdown: la Lombardia è già in arancione scuro e Guido Bertolaso, due giorni fa, ha confermato che tutta Italia "procede verso la zona rossa, Sardegna esclusa".

E il governo di Mario Draghi starebbe già valutando ulteriori chiusure, ulteriori strette, insomma nuovi provvedimenti. Compreso il lockdown nazionale. Obiettivo principale, limitare al massimo lo spostamento delle persone ed evitare i contatti. Secondo quanto ripetuto da Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, ministri della Salute e degli Affari Regionali, "i prossimi quindici giorni saranno decisivi, dobbiamo monitorare l’effetto delle ordinanze sul cambiamento di fascia", ripetono come un mantra.

Da domani, sabato 6 marzo, sarà in vigore il primo decreto Draghi, che non prevede ulteriori restrizioni rispetto a quelle in atto, in particolare per le regioni collocate in zona gialla. Eppure, tra le nuove misure, si starebbe ragionando su un coprifuoco anticipato, portato alle 20 rispetto alle attuali 22. L'ipotesi era stata scartata da Draghi prima del varo del dpcm in atto da domani, o meglio il premier aveva deciso di prendere tempo in attesa di vedere l'evoluzione del quadro, che ora però sembra volgere al peggio.

E ancora, tra le ipotesi sul piatto, quella di limitare la possibilità di visita a parenti e ad amici, non soltanto all'interno delle zone rosse. Poi, c'è chi ha agito in autonomia, come la Lombardia: visite proibite anche in arancio scuro. Possibile che la scelta venga estesa su scala nazionale, con l'eccezione delle zone gialle. 

Infine, si continua a puntare sui mini-lockdown, su ordinanze mirate per la costituzione di zone rosse su specifici comuni per costruire una sorta di cordone sanitario, soprattutto in protezione delle grandi città.

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