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Luca Palamara, richiesta di rinvio a giudizio insieme all'ex Csm Fuzio: "Rivelarono segreti d'ufficio"

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Una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Perugia per l'ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, già membro del Csm, e dell'ex magistrato romano Luca Palamara accusati di concorso in rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio. In particolare Fuzio, "su istigazione" di Palamara avrebbe rivelato all'allora sostituto procuratore di Roma - secondo l'accusa - l'arrivo al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura di un esposto presentato dal magistrato Stefano Fava riguardante comportamenti "asseritamente scorretti" dell'ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone.

 

 

 

 

 

Aumentano così le accuse ai danni di Luca Palamara. Sempre la procura di Perugia gli aveva contestato i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e corruzione in atti giudiziari. Stessi addebiti anche all'imprenditore Fabrizio Centofanti e ad Adele Attisani. Secondo la procura Palamara avrebbe ricevuto da Centofanti viaggi, soggiorni e lavori eseguiti da varie ditte presso l’abitazione di Attisani, amica di Palamara e considerata “istigatrice” delle presunte condotte illecite. Nel dettaglio per l'accusa nel 2017 l’imputato ha carpito e veicolato informazioni sulle inchieste in corso a Roma e a Messina. A svelarlo è stato l’ex legale dell’Eni Pietro Amara in cui sostiene che Palamara riceveva notizie dall’ex procuratore aggiunto di Messina Vincenzo Barbaro e dall’ex pm romano Stefano Fava, e le girava all’amico Fabrizio Centofanti (in cambio di vacanze e alberghi). 

 

 

 

La difesa del magistrato è stata quella di minimizzare le contestazioni. “Dopo tre anni sono stati riesumati elementi di indagine già in parte valutati inattendibili dalla stessa procura - aveva spiegato l’avvocato Benedetto Marzocchi Buratti -. Non ci stupisce nemmeno il periodo in cui questi elementi sono stati valorizzati. Il mio assistito certo non si aspettava alcuno sconto e non avrà nessuna difficoltà a difendersi da queste nuove accuse”, aveva spiegato il legale dell'ex presidente dell'Anm.

 

 

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