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Spionaggio, Walter Biot è il militare italiano arrestato: il terribile sospetto, quali carte potrebbe aver venduto alla Russia

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Si chiama Walter Biot (ritratto nella foto del Corriere della Sera) l'ufficiale della Marina arrestato mercoledì 31 marzo con l'accusa di spionaggio. L'identità dell'uomo è stata rivelata da fonti inquirenti all'Ansa, che hanno aggiunto si tratterebbe di un militare in servizio all'ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa. Dall'ufficio di Biot passavano tutti i documenti riservati e classificati, compresi quelli della Nato. Alla Russia Biot potrebbe dunque aver venduto carte sulla pianificazione delle missioni internazionali, compresi gli interventi in Iraq e Afghanistan. Nel 2014 Biot lavorava nell’ufficio relazioni esterne della Difesa prima di essere trasferito e passato a un incarico importante e delicato. 

Biot è ora accusato di spionaggio militare e rivelazione di segreto. L'uomo sarebbe infatti stato colto in flagrante durante un incontro clandestino con un ufficiale delle Forze armate russe, a sua volta fermato. Per l'occasione l'ufficiale avrebbe ceduto documentazione classificata "in cambio di una somma di denaro". Nello specifico, secondo quanto ricostruito, si tratta di 5mila euro. Una somma sorprendentemente limitata, che fa pensare si tratti di un saldo o un acconto della somma complessiva. 

Immediato il commento di Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri ha convocato l’ambasciatore russo in Italia, trasmettendo "a quest’ultimo la ferma protesta del governo italiano e notificato l’immediata espulsione dei due funzionari russi coinvolti in questa gravissima vicenda". Nonostante questo il grillino non ha alcuna intenzione di minare i rapporti con la Russia di Putin: "Continueremo ad agire in linea con la nostra collocazione geopolitica e i nostri valori - ha precisato durante l'audizione al Senato -, ma anche a promuovere e a salvaguardare i nostri interessi fondamentali, che richiedono di mantenere un’interlocuzione critica ma allo stesso tempo costruttiva con i russi". 

La vicenda è stata definita dalle autorità italiane "il più grave atto di sabotaggio subito dall'Italia" dal secondo dopoguerra in poi. E nel frattempo, dopo la decisione di convocare l'ambasciatore russo in Italia e di espellere due funzionari russi nella vicenda, monta lo scontro diplomatico tra Roma e Mosca, con il Cremlino che ha già minacciato delle rappresaglie in seguito alle decisioni del nostro Paese. 

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