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Ciro Grillo, il giallo della pillola del giorno dopo: Silvia quando la ha comprata? Un punto a favore della difesa

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 Ciro Grillo

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C'è un giallo intorno alla questione della pillola del giorno dopo. Non si sa quando la ragazza italo-norvegese, che ha denunciato lo stupro di gruppo e accusato Ciro Grillo e i suoi tre amici, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, l'abbia acquistata e in quale farmacia. Le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza sono state cancellate, il personale non ricorda. Eppure quello è un elemento fondamentale per ricostruire quella notte e per il futuro processo. In quasi due anni di indagini Procura e carabinieri non sono riusciti a dimostrare con certezza se Silvia ha comprato farmaco nelle ventiquattro ore dopo la violenza, per evitare una possibile gravidanza.

 

 

Riporta La Stampa che nelle carte dell'inchiesta sono evidenziati due sopralluoghi dei carabinieri in due diverse rivendite della Costa Smeralda. Nel primo negozio, quello indicato in un primo tempo dalla ragazza, nessuno l'ha riconosciuta. "Il 18 luglio 2019 - ha spiegato una delle farmaciste a verbale - ho venduto quattro pillole del giorno dopo. Ma tra le persone non ricordo la giovane in questione". Quindi i carabinieri hanno parlato di nuovo con Silvia che ha indicato un'altra farmacia. Qui, un'impiegata che ha definito "compatibile" la foto della giovane, non l'ha però riconosciuta con certezza e non ha saputo dire quale farmaco abbia acquistato né quando. I carabinieri hanno quindi sequestrato tutte le ricevute, ma anche nella seconda farmacia il 18 luglio risultano vendute almeno cinque scatole di quella tipologia.

 

 

Non solo. I carabinieri non sono riusciti a trovare il passaggio di Silvia nelle telecamere dei due negozi. Gli impianti di videosorveglianza conservano infatti le registrazioni per pochi giorni e al loro arrivo erano già state sovrascritte. Per la difesa di Ciro e dei suoi amici il luogo e soprattutto il giorno di acquisto rappresenterebbero una delle contraddizioni più importanti della ragazza. Se Silvia avesse assunto il medicinale non il giorno successivo lo stupro ma più avanti, secondo la difesa, il fatto dimostrerebbe come la ragazza non fosse sconvolta al mattino o comunque poco sicura di quanto accaduto.

 

 

A questo si aggiunge il racconto di una amica di Silvia. Amanda ha dichiarato ai carabinieri che Silvia non aveva preso nulla fino al 21 luglio, giorno in cui si è sentita telefonicamente con lei: "Sono stata io a consigliarle, dopo quello che mi aveva raccontato, di prendere la pillola. Lei mi disse che sarebbe andata nella farmacia più vicina e poche ore più tardi mi ha inviato un messaggio dicendo di averla presa".  

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