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Vittorio Sgarbi e il quadro valutato 5 milioni, "non ha la licenza": disastro a Montecarlo, il critico rischia grossissimo

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Vittorio Sgarbi è indagato a Siracusa per l'esportazione illecita di una tela attribuita al maestro caravaggesco Valentin de Boulogne e il cui valore commerciale è stimato in cinque milioni di euro. Sgarbi e la compagna Sabrina Colle (anche lei indagata) sono ritenuti dagli inquirenti i proprietari "o comunque i detentori" del dipinto ritrovato in un appartamento nel Principato di Monaco e adesso è posto sotto sequestro. "Dopo la storia delle croste spacciate come capolavori dell'artista marchigiano Gino De Dominicis, per cui Sgarbi è imputato di associazione per delinquere e false autentiche (l'udienza preliminare è stata aggiornata al 30 giugno), un'altra inchiesta giudiziaria tocca il candidato assessore alla Cultura di Roma, attualmente in corsa alle Comunali col ticket di centrodestra Michetti-Matone", annuncia Repubblica.

 

 

 

. Sgarbi  - secondo l'accusa - ha provato a vendere la preziosa tela sul mercato internazionale "nella consapevolezza, però, di non avere l'attestato di libera circolazione o licenza di esportazione". L'opera è il Concerto con bevitor , una tela di 97 per 133 centimetri databile 1623-1624 e attribuita a Valentin de Boulogne. Sul finire del febbraio dello scorso anno, il dipinto è stato prelevato dalla casa di Sgarbi a Ro Ferrarese ed è stato consegnato a Montecarlo a una signora cagliaritana, Mirella Setzu, che aveva il compito di collocarlo sul mercato estero. "A mettere in contatto i soggetti coinvolti (cinque sono gli indagati) è stato Gianni Filippini, presidente di Sicilia Musei e organizzatore nel 2019 di una mostra che non è stata esattamente un successo. I guai di Sgarbi, vedremo, sono cominciati allora", scrive sempre Repubblica.

 

 

 

La mostra si chiamava "L'impossibile è Noto", e portava nella capitale del Barocco siciliano cento capolavori del Novecento, tra cui alcuni Dalì, De Chirico, Mirò, Picasso, Klee. Ma 26 di quei quadri sono stati sequestrati dai pubblici ministeri di Siracusa perché ritenuti di dubbia autenticità. Sgarbi, quando ha saputo del sequestro disposto dal gip Salvatore Palmeri, tramite i suoi legali ha fatto subito ricorso al Tribunale del Riesame per rientrarne in possesso. L'udienza è in calendario il primo luglio.

 

 

 

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