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Coronavirus, "variante Fiesta". Contagi, l'inquietante confronto tra estate 2020 e 2021: l'effetto del vaccino è azzerato?

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L'estate 2021 come quella 2020. Confrontando le curve dell'epidemia di coronavirus, i numeri sembrano dire questo. Con un dato inquietante: l'impatto della campagna vaccinale non pare dunque avere un effetto maggiore rispetto a quello "stagionale", legato cioè a una vita all'aria aperta che disinnesca molte cause di contagio di autunno e inverno. Il rischio, dunque, è che il vaccino possa non bastare a preservare la popolazione a una nuova ondata di casi (e limitazioni) dal prossimo settembre, specie in presenza di varianti molto più virulente come la variante delta, senza un adeguato auto-controllo in queste settimane di socialità e mobilità aumentate.

 

 

 

 

 

 

A conferma di questo timore, il fatto che nell'ultimo mese, scrive anche il Messaggero, "1 contagiato su 5 ha meno di 18 anni, anzi la percentuale è perfino più alta, siamo al 21 per cento". Il vaccino sembra proteggere soprattutto gli over 70, primo vero effetto positivo della campagna di immunizzazione, ma a preoccupare gli esperti è il fatto che stia già frenando la tendenza alla diminuzione di casi. L'ultimo bollettino, tra l'altro, riporta un tasso di positività dei tamponi allo 0,57%, mentre il giorno prima era dello 0,4.

 

 

 

 

 

Con macabra ironia, in Spagna l'hanno ribattezzata "variante Fiesta" e ricalca paro-paro quanto accaduto un anno fa: i giovani viaggiano, si muovono, si vedono, non necessariamente (o quasi mai) proteggendosi. Distanziamento e mascherine sembrano un retaggio del passato e la dimostrazione è nella curva dell'età media dei contagiati: a marzo era poco sotto i 50 anni, a maggio sopra i 40, oggi a 36. Nell'estate 2020, quella della grande illusione, ricorda sempre il Messaggero, "a maggio scese a poco sopra i 40 anni, a luglio arrivò attorno ai 36-37 anni, proprio come oggi". Il peggio in questo senso arrivò con i focolai nelle località di villeggiatura, soprattutto in Sardegna, quando l'età media crollò a 28 anni. Un disastro che non ebbe immediate ripercussioni sui dati degli ospedali, ma che contribuì a tenere vivo il virus facendolo poi prosperare, purtroppo, al ritorno alla normalità di settembre. 

 

 

 

 

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