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Assalto all'Umberto I, "chi ha scatenato l'inferno": il dettaglio sulle botte ai medici, tutto per un motivo assurdo

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Iniziano a emergere i dettagli dell’assalto verificatosi nella notte romana all’Umberto I. Una trentina di persone hanno devastato il pronto soccorso dove era ricoverato un manifestante no-green pass, rimasto ferito e già in stato di fermo. Ad avere la peggio un’infermiera, che è stata colpita alla testa da una bottiglia: alla base della vergognosa violenza ci sarebbe il rifiuto da parte dell’uomo ricoverato di sottoporti al tampone anti-Covid.

Tampone che fa parte della prassi ospedaliera, in modo da non mettere a rischio la struttura e soprattutto gli altri pazienti. Il manifestante avrebbe rifiutato con modi violenti: “Mentre veniva posto in isolamento in quanto persona non vaccinata - spiega la Questura - all’esterno dell’ospedale si sono radunati alcuni parenti e amici, che hanno iniziato ad inveire contro il personale sanitario, aizzati dallo stesso manifestante”. E così è partito l’assalto da parte di questi soggetti violenti, che non hanno avuto scrupoli nello sfondare la porta di ingresso del pronto soccorso.

“La situazione è tornata alla normalità dopo alcune ore con l’intervento delle forze di polizia - ha spiegato l’assessore Alessio D’Amato, sul posto per un sopralluogo - ci sono quattro feriti, due tra le forze dell’ordine e due operatori sanitari”. Un episodio senza alcun tipo di giustificazione che dimostra come troppo sia stato concesso a questi violenti: manifestare contro qualcosa è un conto, assaltare un pronto soccorso è tutt’altra storia.

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