No Green pass a Milano, a guidare la guerriglia l'ex Br Ferrari: il caso che imbarazza Lamorgese e sinistra

Salvatore Dama

Un altro sabato di manifestazioni in piazza. Ma questa volta alla testa del corteo a Milano c'è Paolo Maurizio Ferrari (Modena, 29 settembre 1945), ex membro delle Brigate Rosse. Non si è mai dissociato dalla lotta armata, e per questo viene soprannominato l'ultimo degli irriducibili. Un fine settimana che scorre apparentemente tranquillo fino a sera, quando sempre a Milano viene presa di mira una troupe del Tg5. A Trieste i portuali sono in stand-by. Ieri hanno incontrato il ministro Stefano Patuanelli esponendo le proprie richieste al governo: abrogazione del Green Pass, cancellazione dell'obbligo vaccinale per le categorie interessate (i sanitari), nessuna violenza contro i manifestanti e "scuse formali" per i fatti dello scorso 18 ottobre, quando la polizia utilizzò gli idranti contro chi protestava. Patuanelli ha preso nota, ma non ha promesso niente. Perché niente poteva promettere. Ha assicurato soltanto che si farà latore delle richieste dei lavoratori del porto. Ma tanto si sa che Maria Draghi non ha intenzione di ammorbidire le misure in vigore dal 15 ottobre.

 

 

 

 



AGITAZIONI IN ARRIVO - Quindi, giocoforza, ricominceranno le agitazioni. In caso di risposta negativa (scontata), Stefano Puzzer, portavoce dei portuali, annuncia una nuova mobilitazione di massa: «Ogni città dovrà manifestare a casa sua». Già da martedì prossimo. Intanto sui fatti triestini torna anche il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese: «Da una parte c'erano i portuali, che volevano lavorare e volevano entrare nel porto; da una parte c'erano alcuni antagonisti, frange che erano arrivate da varie parti d'Italia e anche da fuori Italia, che volevano fare di questa guerra del Green Pass una guerra di carattere nazionale». A quel punto, prosegue Lamorgese, «c'era da decidere tra due diritti: il diritto di manifestare e il diritto del cittadino di lavorare». Per questo motivo, conclude la titolare del Viminale, «sono stati usati gli idranti, con la massima attenzione alle persone». A Trieste no, ma nelle altre città le manifestazioni ci sono state. A Roma, per esempio. Al Circo Massimo sono volati fischi per il premier Draghi e per il ministro Lamorgese. I manifestanti hanno intonato il coro "buffoni-buffoni" quando, dal palco, i loro nomi sono stati pronunciati da Enrico Montesano. Diversi manifestanti hanno esposto cartelli con la bandiera tricolore e la scritta "Draghi dimettiti". Qualcuno ha urlato: «Uccidiamolo". «È una manifestazione pacifica e senza cortei» spiega l'attore, «vaccinati e non vaccinati siamo tutti uguali, basta con queste divisioni». A Trieste la polizia ha usato maniere forti, ma «la responsabilità è di chi impartisce gli ordini».

 

 

 

 

 

 

Si poteva «non eccedere», conclude Montesano, «ma chi ha dato gli ordini è responsabile di quello che è successo». A Milano al corteo "No Green pass" hanno partecipato circa ottomila persone. Alcune di loro si sono accanite contro i cronisti: «Andate via, servi di merda, dite solo bugie, i giornalisti sono degli infami». Dalle offese si è passati ai fatti, quando a un giornalista del Tg5 è stato impedito di lavorare. Dopo aver percorso corso Buenos Aires i manifestanti no green pass hanno raggiunto piazzale Loreto dove hanno bloccato il traffico di tutti i viali che, dalla periferia, portano verso il centro città. Qui un giornalista del Tg5 che si era collegato per una diretta è stato insultato e gli è stato impedito di proseguire il suo resoconto.

 

 

 

 

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SAN GENNARO IN CORTEO - A Napoli, circa 150 manifestanti del "presidio Duomo" dell'area No Green Pass si sono radunati davanti alla Cattedrale di Napoli. Sulle scale hanno esposto un Busto di San Gennaro, realizzato da un artigiano locale, con la scritta "San Gennaro No Green Pass". Solidarietà è stata espressa ai portuali di Trieste: «È stato un atto infame quello che hanno fatto contro di loro», ha protestato uno degli organizzatori. Stesse scene a Firenze e a Torino. Nel capoluogo toscano si sono ritrovate 400 persone in Piazza della Repubblica. Solo una parte di esse, poi, ha preso parte a un corteo lungo via Calzaioli. A Torino centinaia di persone in piazza Castello per manifestare contro il Green Pass per il 14esimo sabato consecutivo. Agli interventi in solidarietà con i portuali di Trieste si sono alternati gli appelli a continuare i blocchi e i racconti di avvocati e operai sospesi dal lavoro perché senza certificazione verde. Non si sono registrate tensioni, ma c'è stata un'accesa discussione con una troupe del Tgr Piemonte, allontanata al grido "giornalisti terroristi".