Bello spreco

Reddito di cittadinanza, quanto ci costa a persona: le cifre fallimentari della bandiera M5s

Attilio Barbieri

Il Reddito di cittadinanza non finisce mai di stupire. In negativo, naturalmente. Ogni volta che se ne parla emerge un dettaglio nuovo che rafforza il fronte dei critici verso la misura destinata ad «abolire la povertà» (cit. Luigi Di Maio) e che invece rischia di alimentarla. «I numerici dicono che il reddito di cittadinanza non sta funzionando». Lo ha ribadito ieri il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. «Non sta funzionando - ha aggiunto Bonomi - né per la parte di contrasto alla povertà, che è giusto che ci sia, perché non sta intercettando gli incapienti del Nord e scoraggia fortemente le assunzioni al Sud. Ma non va bene per la parte delle politiche attive del lavoro: con i navigator ci sono stati 423 assunti, ma nel nel triennio 2019-2021 sono stati stanziati 516 milioni. Vuol dire che ognuno ci è costato 400mila euro all'anno». Il numero uno degli industriali, a margine del trentaseiesimo convegno dei giovani imprenditori di Viale dell'Astronomia, ha rilanciato il messaggio espresso in settimana sul Corriere.

 

 

 

 

«Lo stanziamento di 516 milioni nel triennio per rioccupare i soggetti beneficiari del Reddito di cittadinanza ha creato in tutto 423 assunti. Per ognuno di loro lo Stato ha speso 1,2 milioni di euro, così ognuno ci è costato 406mila euro all'anno. In queste condizioni è inutile mettere altri soldi nel Reddito di cittadinanza se non lo riformiamo». Il tema è di grande attualità, visto che nella legge di Bilancio, rischia di arrivare un ulteriore miliardo per il sussidio grillino. Senza che si cambino le regole del gioco. Finora la misura è costata alle casse dello Stato 16,7 miliardi di euro: 3,9 nel 2019, 7,1 nel 2020 e 5,7 nel 2021. Un mare di soldi. Totalmente ininfluente, però, sul collocamento dei disoccupati.

 

 

 




I 5 MILIARDI DI ORLANDO - Non a caso il ministro del Lavoro Andrea Orlando lavora a un nuovo progetto, riassunto dall'acronimo Gol, Garanzia occupabilità lavoratori, per il quale, salvo sorprese, dovrebbero arrivare 5 miliardi nei prossimi tre anni. Occupabilità da raggiungere con le politiche attive per il collocamento dei disoccupati. Attività alla quale erano dedicati i 2.800 navigator ingaggiati dall'Anpal, l'Agenzia nazionale per le politiche attive, e mandati in missione presso i centri pubblici per l'impiego. Ora però accade che con la finanziaria 2022 le risorse dedicate al Reddito e alla Pensione di cittadinanza dovrebbero salire da 7 a 8 miliardi di euro. A cui si sommerà la parte di competenza per il 2022 dei 5 miliardi del programma Gol di Orlando, pari almeno a un miliardo e mezzo. «Il fatto che si pensi di mettere un ulteriore miliardo sul reddito di cittadinanza senza riformarlo prima», dice ancora Bonomi in proposito, vuol dire che «continuiamo a sprecare soldi pubblici». Fra l'altro resta aperta la partita con i navigator, ingaggiati tre anni or sono con un contratto a termine e messi a disposizione dell'Anpal, guidata all'epoca dal guru del Mississippi, Mimmo Parisi - celebre il suo proclama: «Ecco come userò i big data: adesso è il lavoro che cerca le persone» - dimissionato dopo il fallimento epocale del suo collocamento. I 2.800 "specialisti" selezionati con un concorsone a quiz, avrebbero dovuto interagire con tutte le banche dati possibili e immaginabili, per trovare un posto agli 800mila beneficiari del sussidio di cittadinanza in possesso dei requisiti minimi. Non lo hanno fatto, naturalmente, al punto che a trovare un'occupazione attraverso di loro sono stati appena in 423, come ha ribadito Bonomi. Ma nonostante il flop molti navigator si aspettano di essere confermati presso i centri pubblici per l'impiego nei quali erano stati mandati "in missione" da Parisi.
 

 

 

 

 



VIA DUE SU TRE - C'è però una sorpresa positiva. Col passare degli anni, tre per la precisione, l'esercito dei navigator si sta riducendo di numero. Molti, resisi conto forse della loro clamorosa inutilità, hanno passato la mano. Com' è accaduto in Liguria, dove il 60% dei navigator si è licenziato, come ha raccontato l'assessore regionale al Lavoro Gianni Berrino. Alla Liguria erano stati assegnati inizialmente 63 navigator, a inizio 2021 ne restavano attivi una cinquantina, che ad oggi si sono dimezzati. «Dovevano trovare un lavoro a tempo indeterminato ai percettori del reddito di cittadinanza ma si sono trovati a essere loro stessi dei lavoratori precari», ha spiegato Berrino, «abbiamo interloquito con il governo e Anpal Servizi attraverso la commissione Lavoro affinché si trovasse una soluzione per i navigator precari, ma nessuna risposta è arrivata». Nel frattempo alcuni hanno trovato un'altra occupazione. Chissà se lo hanno fatto attraverso i mirabolanti "big data" di Parisi.