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Omicron, ospedali italiani collassati: "Codice nero, dovremo scegliere chi curare", conseguenze drammatiche

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"Non riusciamo a curare tutti". Gli ospedali pieni a Napoli e a Palermo riportano la mente al momento più buio della pandemia, i primi mesi del 2020, quando non era possibile prestare soccorso a tutti i pazienti. Nelle ultime ore ambulanze e auto si sono ammassate per diverso tempo all'esterno dei pronto soccorso dell'ospedale Cotugno di Napoli e del Civico di Palermo. La maggior parte delle persone in attesa - come riporta TgCom24 - ha un tampone positivo o presenta problemi di desaturazione. E i medici lanciano l'allarme: "Non ce la facciamo".

 

 

 

"Sale operatorie decimate, l’attività è quasi ferma. Siamo tornati al 2020 - ha fatto sapere Marco Scatizzi, presidente dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani -. E' allucinante scaricare il peso di questa nuova ondata sul Sistema Sanitario facendo crescere la pressione sugli ospedali. Vogliamo salvare vite umane, vogliamo stare dalla parte dei nostri pazienti, vogliamo che tutto il Servizio sanitario nazionale funzioni in ogni parte d'Italia. Non vogliamo essere complici di chi, per negligenza o inadempienza, mette a rischio la vita dei pazienti e dei chirurghi stessi".

 

 

 

Nel frattempo, per velocizzare i soccorsi, davanti al Cotugno di Napoli è stato istituito un pretriage per distinguere le situazioni di maggiore urgenza e consentire assistenza prioritaria a chi deve essere portato all'interno dell'ospedale. Uguale a Palermo, dove è già stato installato una sorta di ospedale da campo. "Speriamo che questo picco duri pochi giorni perché sono situazioni che mettono a dura prova il nostro lavoro, l'intero sistema sanitario locale - ha detto  Tiziana Maniscalchi, responsabile del pronto soccorso Covid dell'ospedale Cervello di Palermo -. Questi numeri me li aspettavo perché risentono del Capodanno, delle feste private e delle riunioni familiari".

 

 

 

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