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Michele Mattiazzo, fa il tampone e muore dopo 2 ore: perché l'aorta ha ceduto, choc a Verona

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Un dramma a Montagnana, in provincia di Verona. Una morte improvvisa, quella che ha colto Michele Mattiazzo, 54 anni, montatore al mobilificio di Massagrande. Una morte inspiegabile arrivata poco dopo aver fatto un tampone, risultato poi negativo. Un forte dolore al petto, l'aorta che lo tradisce, poi la morte nel pomeriggio dell'Epifania.

 

Della vicenda dà conto Il Messaggero, che raccoglie anche la testimonianza di Mauro Sinigaglia, collega di Mattiazzo, il quale in lacrime spiega: "Michele era andato a farsi il tampone. Sulla strada del ritorno, ha avvertito dei forti capogiri. Fortunatamente, c’era con lui la compagna Svetlana, che ha chiamato un’ambulanza".

Alle 13.30 Mattiazzo era ancora cosciente, ha cercato di tranquillizzare Mauro al telefono. Ma nell'arco di poco più di due ore la situazione è precipitata: all'ospedale di San Bonifacio, provincia di Verona, dove era stato ricoverato, è arrivata la figlia Valentina, che però non è neppure riuscita a dare un ultimo saluto a papà. Tutto è avvenuto a una velocità impressionante, che ha stordito familiari e amici.

 

Per i medici, la morte di Michele sarebbe dovuta al cedimento della aorta, che se non trattato con assoluta rapidità è una caondanna. "Due giorni fa aveva avvertito dei dolori al petto - ha aggiunto Maruo - ma non ci aveva dato peso. I medici sono rimasti stupiti del fatto che Michele sia sopravvissuto così tanto tempo dopo le prime avvisaglie del problema. A volte lo prendevo bonariamente in giro perché fumava troppo, ma per il resto era un ragazzo sano e controllato", ha ricordato.

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