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Torino, il reddito di cittadinanza che fa crollare Di Maio e M5s: a chi l'hanno regalato

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Non solo piccoli criminali, ma anche boss della ‘ndrangheta, malavitosi e assassini: il reddito di cittadinanza veniva percepito in maniera indebita proprio da tutti, come ha scoperto la Dda di Torino. Qualcuno di loro avrebbe dimenticato di dichiarare le condanne per ’ndrangheta, qualcun altro invece avrebbe presentato domanda prima di essere arrestato e avrebbe continuato a percepire il sussidio anche dopo, eludendo così le norme che prevedono la sospensione del beneficio ai detenuti. Ma - come riporta La Stampa - ci sono anche le mogli di questi indebiti percettori che hanno preferito omettere i dettagli sul casellario giudiziale dei mariti.

 

 

 

Tra coloro che hanno indebitamente percepito il reddito ci sarebbe pure un membro del clan Marando, radicato soprattutto nella zona sud di Milano, ma con collegamenti anche con la zona di Torino. Si tratterebbe di uno dei responsabili della cosiddetta strage degli Stefanelli, tre morti, uccisi a Volpiano nel 1997, i cui corpi non sono mai stati trovati. Qualche anno dopo, arrivò la condanna a 30 anni. Di recente è uscito dal carcere ed è finito in quegli elenchi. 

 

 

 

Ma non è tutto. Tra i percettori scoperti dalle forze dell'ordine figura pure un potentissimo esponente della famiglia Agresta, molto attiva in Piemonte, già autore in passato di sequestri di persona a Torino. Su un centinaio di detenuti che ricevevano l’aiuto economico c’era anche lui. Infine, spiega La Stampa, ci sarebbe pure un altro criminale, Benvenuto Praticò, detto "Paolo": "L’altro ieri è stato prosciolto dalle accuse nell’udienza preliminare. Pare abbia spiegato che non si sia accorto della causa ostativa relativa alle sue condanne per mafia, non facilitato in questo dalla complessità dei documenti da compilare. Manca il dolo, niente condanna".

 

 

 

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