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Lockdown, dati "manipolati" per far chiudere tutto: le prove dello scandalo, la regione che vuole la serrata (e cosa c'è dietro)

Lorenzo Mottola
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Pare che Vincenzo De Luca punti a diventare il santo protettore degli studenti oziosi e degli amanti dei tornei alla playstation. Appena due giorni fa il governatore è stato costretto a incassare il no del Tar alla sua ordinanza che prevedeva la chiusura delle scuole campane causa Covid. Voleva riportare tutti i ragazzi alla famigerata Didattica a Distanza, ma è stato respinto e ha dovuto riaprire dopo appena un giorno. Ieri, però, è tornato alla carica. Lo Sceriffo di Salerno sta cercando alleati per la sua causa e ha buttato giù un progetto di riforma delle norme che regolano i rapporti tra Stato e Regioni. La sua idea è che alle istituzioni locali venga dato il potere di svuotare le classi a piacimento, in caso di emergenza. E non solo quando un'area finisce in zona rossa. E a tanti governatori la proposta è piaciuta, tanto che la mozione verrà presto discussa con il governo. C'è voglia di lockdown, almeno per quanto riguarda le aule. Anche i Comuni di Palermo e Catania hanno annunciato che sul loro territorio si continuerà con la Dad fino alla prossima settimana. Il tutto mentre i genitori si mobilitano e preparano ricorsi: un gruppo di avvocati, giuristi, professori e magistrati dell'isola hanno annunciato che denunceranno i sindaci chiusuristi, sostenendo che la loro scelta sia da codice penale. D'altra parte, come sottolineato da Mario Draghi, è curioso che tanti ragazzi rimangano a casa al mattino, attaccati al computer, per poi muoversi liberamente e andare a fare sport o in pizzeria nel pomeriggio, visto che tutte le altre attività restano aperte. E restano aperte perché, al momento, non c'è alcuna ragione per fermarsi. Almeno stando ai numeri ufficiali. Qualcosa però non torna.

 

 

TUTTI IN CODA
Prendiamo proprio l'esempio della Campania. Gli ospedali gestiti dalla giunta De Luca appaiono già oggi in fortissimo affanno. Dal 7 gennaio davanti al Cotugno di Napoli si segnalano code infinite di ambulanze. I malati di Covid restano in attesa all'interno dei veicoli (come dimostrano le foto a lato, scattate da alcuni medici napoletani e postate sulla pagina Facebook "Nessuno tocchi Ippocrate). Gli viene somministrato l'ossigeno in mezzo alla strada, il che non rappresenta esattamente la miglior cura possibile per delle persone affette da una malattia potenzialmente letale. Le cifre, peraltro, non sembrano minimamente giustificare tutto ciò. Attualmente i ricoverati in terapia intensiva per Covid in Campania sono 79 (l'occupazione dei posti letto è quindi al 12%, ampiamente sotto la soglia di allarme). Lo scorso anno in questo periodo erano 200 e nei periodi di picco di contagio i numeri erano molto più alti. Come dire, non siamo in una situazione disperata. Ciononostante, è bastata una piccola onda per travolgere il sistema sanitario campano. E per far sì che il governatore tornasse a chiedere nuove chiusure come soluzione per mettersi al riparo.

 

 

LE ACCUSE
Riguardo ai numeri della pandemia, peraltro, ci sono alcune criticità da segnalare. Già lo scorso anno in Campania era scoppiato un caso sui numeri delle terapie intensive. La Regione era stata accusata di aver fornito un numero di posti letto di molto superiore al reale, giocando sull'esistenza di reparti "attivabili" in caso di emergenza. Come si nota dalle code di ambulanze, in realtà queste attivazioni non sono proprio così semplici e tempestive, tanto che la gente viene ricoverata in giardino. La Lega, poi, ieri ha lanciato un'altra accusa. Secondo il consigliere regionale Severino Nappi, la giunta «pubblica i dati a seconda della convenienza del presidente per giustificare scelte politiche folli». In altre parole, «Il giorno dopo la sentenza del Tar sulla scuola, è stato pubblicato il dato del record assoluto di contagi in Campania. Se si va a guardare la tabella, improvvisamente vengono dichiarati i tamponi antigenici, non riportati nei giorni precedenti. Il dato, quindi, è fatto solo per gonfiare e dare la sensazione che la situazione stia precipitando». Il governatore, per ora, non ha commentato, ma ieri è tornato ad attaccare Mario Draghi: «Abbiamo scuole nelle quali i bambini sono senza mascherina, perché le Ffp2 non sono arrivate, e i bambini delle elementari sono stati costretti a stare in classe con le finestre aperte, i cappotti addosso e i cappelli in testa». Il piano, quindi, è sempre lo stesso: tutti a casa.

 

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